Israele. Stop ai negoziati voluti da Kerry. I palestinesi sottoscrivono convenzioni all’Onu

di Guido Keller

abu mazen grandeL’Autorità nazionale palestinese ha deciso di rispondere al mancato rispetto degli impegni sui negoziati da parte degli israeliani firmando oltre una dozzina di convenzioni internazionali, tra cui quella di Ginevra, il testo fondamentale del diritto internazionale umanitario su guerra e occupazione di territori.
Nei giorni scorsi, a negoziati in piena evoluzione, Tel Aviv aveva deciso di sospendere la liberazione dei prigionieri come era previsto dall’accordo preliminare, aveva chiesto di prolungare il negoziato di pace per tutto il 2014 e di rivedere alcuni termini delle trattative.
Solo ieri i rappresentanti dei palestinesi si erano quindi rivolti al Segretario di Stato Usa John Kerry, promotore e mediatore dei negoziati, chiedendo il suo intervento e comunque di risolvere la crisi entro 24 ore, minacciando in caso contrario di riprendere il loro percorso di adesione alle istituzioni dell’Onu. Tale strategia è temuta da Israele per via dell’appoggio di diverse nazioni alla causa palestinese e della condanna alla continua edificazione di alloggi per coloni nei Territori occupati, espressa anche dall’Unione europea.
Nonostante Abu lunedì John Kerry abbia incontrato il premier israeliano Netanyahu, le richieste dell’Anp sono rimaste inascoltate e così dalle minacce si è passati all’azione: sottoscrivendo i trattati delle Nazioni Unite i palestinesi intendono creare una base più solida per fare ricorso alla Corte penale internazionale ed ottenere l’incriminazione dello Stato di Israele per via dei territori occupati con la guerra del 1967.
Trovandosi fra l’incudine e il martello, Kerry, che in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi aveva offerto a Israele il rilascio della spia Jonathan Pollard, in carcere negli Usa, ha potuto solo “chiedere alle parti moderazione” e raccomandare di “tenere il processo (di pace) in movimento e verificare se c’è un modo per andare avanti. Ma tutto ciò spetta ai protagonisti”.
Annullando l’incontro con Abu Mazen previsto per oggi, Kerry ha parlato di “crescente impazienza” della Casa Bianca, la quale ha “fatto il massimo nel proprio impegno di mediazione, per cui le due parti devono ora trovare il modo di superare l’attuale impasse”.
A fare la voce grossa è intervenuto da parte israeliana il ministro del turismo Uzi Landau, il quale ha avvertito che i palestinesi “pagheranno un conto salato”: “Una delle possibili soluzioni – ha dichiarato il ministro appartenente alla destra radicale di “La nostra casa” – sarà l’applicazione della sovranità su aree che faranno parte chiaramente dello Stato di Israele in qualsiasi futura soluzione”, ovvero di annettere i territori della Cisgiordania in cui si trovano coloni ebrei.