KAZAKHSTAN. Disordini in città petrolifera, almeno 10 morti

Ansa, 16 dic 11 –

Almeno dieci morti in violenti scontri tra polizia e lavoratori del petrolio in sciopero, nel cuore del boom energetico kazako, proprio nel ventesimo anniversario dell’indipendenza di Astana. E’ vacillato oggi il mito della stabilita’ del Kazakhstan, a un mese dalle elezioni legislative convocate in anticipo dall’autoritario presidente Nursultan Nazarbaiev. Il dramma si verifica proprio sulle rive del Caspio, dove si trovano i maggiori giacimenti e sono presenti i colossi dell’ energia mondiale, inclusa l’ENI, teatro da mesi di proteste senza precedenti dei lavoratori che chiedono salari piu’ alti e migliori condizioni lavorative. Le autorita’ hanno risposto con minacce e licenziamenti. A Zhanaozen, una citta’ petrolifera nell’ovest del paese, secondo un sindacato locale indipendente si erano presentati in 3mila sulla piazza centrale addobbata a festa per ricordare i sette mesi dall’inizio della protesta. Erano soprattutto dipendenti della societa’ energetica Ozenmunaigas, una sussidiaria di KazMunaiGas, la petrolifera statale di Astana piu’ colpita dalle proteste insieme a Ersai Caspian Contractor (di cui e’ co-proprietaria l’italiana ENI). Le forze dell’ordine avrebbero cercato di scacciarli, e questi avrebbero reagito occupando il palco. Sono “vandali” protagonisti di “azioni criminali” che hanno attaccato civili presenti in piazza, secondo la Procura generale, che indica anche diversi feriti negli scontri, tra cui alcuni poliziotti. In un video su internet si vedono i manifestanti dare sfogo alla propria rabbia distruggendo alberi di natale e allestimenti per la festa. A quel punto, secondo diverse ong, la polizia ha aperto il fuoco. Secondo testimoni citati dai media locali, le vittime sarebbero addirittura 20, se non di più. A Zhanaozen tutte le comunicazioni telefoniche e internet sarebbero interrotte, e la città sarebbe presidiata dai blindati e dalle truppe speciali. Mancano i dettagli delle violenze, ma secondo i testimoni locali sono stati dati alle fiamme il municipio cittadino e altri edifici tra cui proprio la sede di Kazmunaigas (quotata alla borsa di Londra), che in serata ha fatto però sapere che “le strutture di produzione funzionano normalmente”. Da maggio scorso gli scioperi, cui hanno partecipato migliaia di lavoratori, hanno provocato uno stop alla produzione di petrolio. Il Kazakhstan e’ stato finora considerato il paese piu’ stabile dell’Asia centrale. Ma nell’ultimo anno le violenze si sono moltiplicate anche sul fronte religioso, con una serie di attentati kamikaze rivendicati da movimenti islamisti.