La Via della Seta sarà disseminata di centrali nucleari cinesi

di Giuliano Bifolchi * –

cnncLa China National Nuclear Corp (CNNC) ha annunciato che la Cina prevede di costruire 30 centrali nucleari a partire dal 2030 nei paesi coinvolti nel progetto One Road, One Belt. Secondo le parole di Sun Qin, presidente della CNNC, la compagnia cinese ha raggiunto accordi bilaterali in materia di cooperazione energetica nucleare con diversi paesi tra cui l’Egitto, l’Arabia Saudita, il Regno Unito, la Francia e l’Armenia.
Sun ha dichiarato che la CNNC è volenterosa di cooperare con i paesi lungo la Via della Seta in merito all’intera catena industriale energetica nucleare aiutandoli a realizzare un sistema industriale nucleare completo. Attualmente più di 70 paesi stanno pianificando lo sviluppo di progetti nucleari e le stime parlano di circa 300 impianti realizzati a partire dal 2030.
La Cina dispone di 30 unità energetiche nucleari all’interno del suo territorio con una potenza di 28 milioni di giga watt a cui si devono aggiungere ulteriori 24 unità in fase di costruzione.
La compagnia statale cinese CNNC è attualmente impegnata nella realizzazione di due impianti nucleari da 1000 megawatt l’uno nella città portuale di Karachi situata in Pakistan le quali sfrutteranno il generatore di terza generazione di produzione cinese Hualong-1.
L’interesse cinese per il settore dell’energia nucleare è elevato; a fine gennaio era stata pubblicata la notizia circa la pianificazione da parte della Cina di costruire una stazione energetica nucleare fluttuante e mobile che potesse raddoppiare la capacità atomica nazionale a partire dal 2020. Xu Dazhe, presidente della China Atomic Energy Authority, aveva dichiarato che le autorità cinesi erano impegnate nel realizzare dei piani per costruire questa stazione energetica marittima galleggiante e per favorirne la dimostrazione scientifica.
Sebbene l’utilizzo di energia nucleare in contesti marini sia stato applicato al mondo militare, per scopi civili invece questa progetto è il primo nel suo genere, anche se ne esiste uno simile di marca russa in fase di realizzazione.
Pechino ha pensato allo sviluppo di due impianti nucleari energetici marini i quali verranno costruiti dalla China General Nuclear Power Corporation (CGN) e dalla CNNC nel periodo 2016-2020; l’impianto della CNNC sarà operativo nel 2019 mentre quello della CGN l’anno successivo. I due impianti potranno fornire energia alle piattaforme di perforazione ed estrazione dei depositi petroliferi e di gas naturale offshore, allo sviluppo delle isole e delle aree remote del paese.
Il progetto One Belt, One Road prevede l’unione della rotta commerciale terrestre Silk Road Economic Belt con quella oceanica Maritime Silk Road in modo da andare a creare una via di comunicazione pensata dal governo di Pechino per integrare e migliorare il commercio e gli investimenti nella regione Euroasiatica.

bifolchi fuori* Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e Relazioni Internazionali. Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT) applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica. Ha collaborato e continua a collaborare periodicamente con diverse testate giornalistiche e centri studi. Socio fondatore di ASRIE Associazione dove dirige l’Unità di Analisi, Ricerca ed Internazionalizzazione per Notizie Geopolitiche.