Le Sdf conquistano Raqqa. Ma si fanno superare dai militari Damasco, che arrivano a Mayadin e liberano la “nuova capitale”

di Angelo Gambella

Le Forze democratiche siriane (Sdf), sigla che raccoglie in primis i curdi dell’Ypg ma anche milizie sciite, cristiane e sunnite, sono oggi riuscite a prendere quasi completamente il controllo di quella che i media definiscono “la capitale dell’Isis”, in realtà declassificata già in aprile dai jihadisti a “piazzaforte semplice” in quanto la capitale amministrativa è stata trasferita a est, a Mayadin.
L’offensiva su Raqqa è iniziata lo scorso giugno con il supporto della coalizione a guida Usa, e due giorni fa alcune centinaia di combattenti dell’Isis con le loro famiglie hanno potuto lasciare la città a bordo di bus grazie ad un accordo raggiunto tra le Sdf, la coalizione a guida Usa e l’Isis. In diversi invece hanno optato per rimanere e combattere fino alla fine, asserragliandosi nei diversi quartieri, per cui i combattimenti si sono protratti per tutta la giornata di oggi.
Diversi foreign fighters, che stando all’accordo non avrebbero potuto lasciare l’area urbana, sono riusciti a svincolarsi: erano stati i servizi segreti francesi a chiedere che fossero bloccati a Raqqa, certi che fra loro vi fossero le menti degli attentati di Parigi. Circa un centinaio di combattenti del Califfato si sono arresi.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione vicino alle opposizioni con sede in Gran Bretagna, ha reso noto in base alle proprie fonti che nei combattimenti di questi giorni sono rimaste uccise 3.250 persone di cui 1.130 civili, e che “altre centinaia di persone mancano ancora all’appello e potrebbero essere rimaste sepolte vive nelle loro case” a causa dei bombardamenti aerei.
La conquista di Raqqa ha senza dubbio un alto valore simbolico, si pensi al fatto che lì confluivano i foreign fighters giunti da tutto il mondo, che lì il boia eseguiva le sentenze capitali, che sempre lì veniva gestita l’amministrazione dello Stato Islamico come pure stabilite le tasse e decisi i commerci di petrolio.
Tuttavia, a ben guardare, il significato strategico che negli ultimi tempi rivestiva Raqqa era quasi nullo se non controproducente per gli attaccanti, tant’è che i curdi e le Sdf sono rimasti per troppo tempo impegnati sull’obiettivo mentre i militari di Baghdad hanno potuto da soli rompere l’assedio su Deir Ezzor, varcare l’Eufrate arrivare a Mayadin. Un ritardo importante che li sta facendo superare dai militari di Bagdad, i quali stanno aspettando l’azione degli iracheni su al-Qaim per prendere il controllo del vitale e strategico valico siro-iracheno di Abu Kamal e i pozzi petroliferi di al-Omar.
Solo se si muovessero da subito e se l’Isis arretrasse ulteriormente le Sdf potrebbero precedere i regolari siriani, ma la cosa appare alquanto difficile.