di Vanessa Tomassini –
La nuova roadmap delle Nazioni Unite sulla crisi libica si avvia oggi in Tunisia, con la tavola rotonda al Palazzo di Cartagine tra le due commissioni della Camera dei Rappresentanti e il Consiglio presidenziale di Tripoli. L’obiettivo del meeting è quello di raggiungere un consenso sulla modifica dell’accordo politico firmato a Skhirat, in Marocco, due anni fa e in scadenza il 17 dicembre. La sostituzione o la modifica dell’accordo è fondamentale, come ha detto il rappresentante speciale Onu per la Libia Ghassan Salamè durante i recenti incontri all’Assemblea Generale dell’Onu, al fine di raggiungere la riconciliazione nazionale attraverso un voto di fiducia per una nuova Carta costituzionale.
I membri del comitato per il dialogo della Camera dei Rappresentanti sono arrivati a Tunisi lunedì per incontrarsi con il Comitato per il dialogo proposto dal Consiglio di Stato. Nelle stesse ore il generale Khalifa Haftar, arrivato a Roma a bordo di un aereo del 31 Stormo dell’Aereonautica militare, è stato ricevuto dal Governo italiano in un clima di segretezza. Secondo i media il generale avrà un incontro con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e con i vertici dei servizi segreti esterni Aise, mentre non è ancora chiara la partecipazione del ministro dell’Interno Marco Minniti, dopo le irritazioni del capo del Consiglio presidenziale di Tripoli, Fayez al-Serraj e le polemiche che vedrebbero Haftar accusabile di crimini di guerra.
Nel Paese intanto, dopo il flop in Piazza dei Martiri di Igtet, l’imprenditore libico-svizzero che si propone alla guida del paese e che è nell’occasione stato contestato anche dai giovani rivoluzionari e dai sostenitori pro Gheddafi, si festeggiano le dichiarazioni di Salamè alla tv “France 24”, dove ha affermato che il processo politico libico “è aperto a tutti. Anche a Saif al-Islam Gheddafi”, secondogenito del defunto rais.