Libia. al-Serraj manda ai parlamenti una nuova proposta di governo

Notizie Geopolitiche –

al-serrajDopo che il governo di unità nazionale, frutto delle trattative mediate dall’Onu, è naufragato con i suoi 35 ministri ancora prima di nascere, il premier incaricato dalla comunità internazionale Fayez al-Serraj ha presentato oggi una nuova lista di 13 ministri e 5 segretari di Stato. Tra loro tre sarebbero donne, ma ancora non sono stati resi noti i nomi.
Da Skhirat, in Marocco, dove sono in corso da mesi le trattative per trovare la quadratura del cerchio in Libia, al-Serraj ha affermato che “che la lista è basata sull’esperienza, la competenza, la distribuzione geografica e contiene tutto lo spettro delle componenti politiche libiche”.
In realtà l’accordo continua ad essere traballante, con divisione interne fra le varie delegazioni presenti ai colloqui in Marocco come pure poca propensione a cedere la propria sovranità peculiare da parte dei governi e dei parlamenti “di Tripoli” e “di Tobruk”.
Quest’ultimo, frutto delle elezioni del giugno 2014, riconosciuto dalla comunità nazionale e il cui governo ha per capo Abdullah al-Thinni, vede come capo dell’esercito Khalifa Haftar, che già si era lamentato di essere stato escluso dall’ipotesi di governo precedente, ed anche oggi il suo nome non compare nella rosa dei ministri.
L’esclusione del generale Khalifa Haftar rappresenta infatti una scelta obbligata per al-Serraj, sia per l’opposizione della parte “di Tripoli”, la quale già in passato aveva posto una condicio sine qua non, sia per i malumori degli esponenti “di Tripoli”.
Khalifa Haftar è infatti una figura assai controversa, in quanto i suoi detrattori lo considerano al soldo di Washington: nel 1987 venne fatto prigioniero dall’esercito ciadiano in occasione della “Guerra delle Toyota”, per poi essere prelevato dalla Cia e portato negli Usa, dove vi è rimasto fino al 2011. In quell’anno ricomparve in Libia per comandare la piazza di Bengasi nell’insurrezione che ha portato alla deposizione di Muammar Gheddafi.
Come nella prima proposta, ministro della Difesa dovrebbe essere il colonnello El Mahdi Ibrahim Michtou el-Barghthy, uomo vicino al generale e quindi della parte “di Tobruk”: si tratterebbe di un compromesso che accontenta le parti.

Nella foto: Fayez al-Serraj.