Libia. Caso Bashagha: Tripoli evita una escalation militare

di Vanessa Tomassini

Evitata per poco un’escalation di violenze a Tripoli, dopo che convogli militari che si riconoscono nel nuovo primo ministro, Fathi Bashagha, hanno tentato di entrare nella capitale per ricevere il nuovo esecutivo che dovrebbe sostituire quello di Abdul Hamid al-Dabaiba. I movimenti armati in e intorno alla capitale hanno sollevato le preoccupazioni dei residenti, perplessità accompagnate dalle dimissioni di alcune figure di leadership nel Governo di Unità Nazionale (GNU) di al-Dabaiba.
Al-Dabaiba è stato eletto nei giorni scorsi dalla Camera dei Rappresentanti di Tobruk, elezione controversa e con accuse di brogli, dal momento che sarebbero stati conteggiati voti di deputati assenti.
Ahmed Abu Khuzam, ministro dell’Istruzione e ministro di Stato per gli Sfollati nel GNU, ha annunciato in un video le sue dimissioni dal suo incarico. Anche Abdel Fattah al-Khoja, ministro del Servizio civile, e Ajdid Maatouk, segretario di Stato per gli affari dell’Immigrazione, si sono dimessi per “evitare divisioni”.
Dopo ore frenetiche per la capitale libica, l’ufficio media del governo libico guidato da Fathi Bashagha ha confermato che il governo continua a svolgere i suoi compiti e a completare con fiducia e responsabilità tutti gli accordi per avviare i suoi lavori dalla capitale, Tripoli, nel prossimo futuro, con la forza drlls legge. Ha spiegato che il ritorno del convoglio militare del governo nella città di Misurata è avvenuto in risposta alle richieste dei “nostri amici internazionali e regionali e su richiesta di molte personalità nazionali”, a condizione che il governo di unità nazionale di Abdul Hamid al-Dabaiba fermi qualsiasi misura relativa alla chiusura dello spazio aereo o qualsiasi ostacolo che violi la legge.
La dichiarazione accusa il GNU di usurpare il potere dopo aver respinto la decisione del parlamento, usando la popolazione civile nella capitale come scudi umani e attuando misure arbitrarie che violano tutte le leggi, rifiutandosi di cedere il potere e minacciando di usare la forza all’interno di Tripoli.
Ha chiarito che i convogli militari che erano diretti ieri a Tripoli rappresentano una forza protettiva e non un attacco. La dichiarazione riporta infine che la sospensione dei voli interni tra est e ovest volti a impedire l’ingresso alla presidenza del Governo e ai ministri rappresenta una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, dell’accordo di cessate-il-fuoco e degli accordi del Comitato militare congiunto (JMC 5+5), così come il precedente sequestro di ministri per impedire loro di prestare giuramento.
L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, ha elogiato la volontà di Abdul Hamid al-Dabaiba e Fathi Bashagha di allentare le tensioni e cercare di risolvere l’attuale controversia politica attraverso negoziati e non con la forza. Norland ha sottolineato, durante conversazioni telefoniche con i due premier giovedì sera, che la stabilità e l’unità del Paese possono continuare solo attraverso il dialogo e i negoziati, invitando le parti al rispetto del diritto alla libertà di movimento in tutto il Paese.

Articolo in mediapartnership con Speciale Libia.