LIBIA. Medvedev, compromesso Tripoli-Bengasi è possibile. Insorti verso Brega.

Ansa, 19 lug 11 –

Per porre fine alla guerra in Libia un ”compromesso” tra il regime di Tripoli e i ribelli di Bengasi e’ ancora ”raggiungibile”. Ne’ e’ convinto il presidente russo Dmitri Medveded che dalla Germania ha assicurato l’impegno di Mosca a lavorare per un accordo tra le parti, mentre la sua ospite Angela Merkel confermava la necessita’ che Muammar Gheddafi ”riconosca di aver perso il diritto a governare”. All’indomani della notizia di colloqui tra emissari di Gheddafi e rappresentanti del Dipartimento di Stato Usa per convincere – a detta di Hillary Clinton – il rais a lasciare il potere, Mosca ribadisce dunque la sua posizione ‘equidistante’. Domani il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ricevera’ il collega libico Abdelati al Obeidi, nel quadro – spiega una nota del ministero degli Esteri russo – degli sforzi per mettere fine allo spargimento di sangue e trovare una soluzione politica. Ma stasera Gheddafi, in un messaggio audio trasmesso dagli altoparlanti a migliaia di sostenitori nella citta’ di al Aziziya (50 km da Tripoli), ha ripetuto: ”Siamo a casa nostra, combatteremo fino all’ultima goccia di sangue per difendere il nostro onore, il nostro petrolio e le nostre ricchezze … Questa guerra ci e’ stata imposta, l’unica scelta che abbiamo e’ quella di combattere per liberare Bengasi e Misurata … ora in mano ai traditori e ai mercenari della Nato”. Ieri, in contrasto con gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali, Lavrov aveva equiparato il riconoscimento ufficiale del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi a ”parteggiare in una guerra civile”. ”Noi – aveva spiegato – intratteniamo contatti con Tripoli e con Bengasi perche’ diano prova di una posizione costruttiva e si mettano al tavolo dei negoziati”. Una soluzione politica e’ stata invocata, ancora una volta, anche dalla Nato ”perche’ non puo’ esserci solo una soluzione militare”, ha ribadito la portavoce della Nato Oana Lungescu. Soluzione che, pero’, vede un’unica condizione: ”Muammar Gheddafi deve andarsene: il messaggio della Nato resta lo stesso”, ha aggiunto la portavoce auspicando che la comunita’ internazionale sia in grado di parlare con ”una sola voce”. Da Parigi intanto fonti di stampa annunciano che il presidente Nicolas Sarkozy potrebbe incontrare domani i capi militari degli insorti di Misurata, citta’ della Libia occidentale, accompagnati dal filosofo Bernard-Henri Levy, da subito vicino ai ribelli anti-regime. Al vaglio dell’Eliseo ci sarebbero nuove forniture di armi per l’esercito rivoluzionario. Sul terreno gli scontri si concentrano nell’est del Paese, dopo che gli insorti hanno annunciato ieri di aver riconquistato il polo petrolifero di Brega. ”La situazione e’ molto fluida, stiamo osservando diverse azioni nella citta’ e attorno a Brega. La situazione evolve ogni giorno”, ha commentato oggi da Napoli il colonnello Roland Lavoie, portavoce della missione militare della Nato in Libia, Unified Protector, precisando tuttavia che non e’ compito dell’Alleanza dare aggiornamenti sui successi o gli insuccessi militari delle forze pro o anti Gheddafi. Secondo un portavoce dei ribelli, elicotteri della Nato avrebbero colpito oggi un convoglio militare di Gheddafi che stava portando approvvigionamenti alle truppe governative impegnate a Brega.