LIBIA. Salta l’ennesimo tentativo dell’Onu di far dialogare le parti. La Francia prepara una base

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Leon bernardinoL’Onu continua ad insistere sulla via del dialogo fra le parti in Libia, nonostante il palese fallimento di ogni tentativo di conciliare chi combatte e dei buoni propositi della Conferenza di Madrid, del 17 settembre scorso, alla quale hanno preso parte 21 fra paesi confinanti e del Mediterraneo (per l’Italia era presente l’allora ministro degli Esteri Federica Mogherini).
L’incaricato delle Nazioni Unite, Bernardino Leon, non ha potuto fare molto, anche perché nel paese nordafricano si susseguono aspri gli scontri che vedono da una parte le milizie filo-governative che si riconoscono nel Parlamento e nel governo “di Tobruk”, con premier Adullah al-Thani, frutto delle elezioni di giugno e riconosciuto dalla comunità internazionale, dall’altra quelle jihadiste che sostengono il Parlamento e il governo “di Tripoli”, con premier Omar al-Hassi, riesumato dai jihadisti dalla precedente Assemblea transitoria dopo la conquista della città.
La Corte costituzionale libica ha dichiarato nulle le elezioni di giugno, di fatto sconfessando il Parlamento e il governo “di Tobruk”, gli unici riconosciuti dalla comunità internazionale.
A guidare le milizie filo-governative “di Tobruk” il generale Khalifa Haftar, considerato dai suoi detrattori come un’espressione della Cia in quanto è stato liberato dagli americani nel 1987 in Ciad, dov’era stato fatto prigioniero in occasione della Guerra delle Toyota, ed è rimasto negli Usa fino al 2011, quando è rientrato in Libia per comandare la piazza rivoltosa di Bengasi.
La notizia di oggi riguarda l’ennesimo slittamento dei colloqui fra le parti che erano previsti con data odierna a Ghadhames e che erano sotto l’egida delle Nazioni Unite, annunciati da Leon al Palazzo di Vetro lo scorso 24 dicembre: l’incontro doveva tenersi già il 9 dicembre, quindi è stato spostato ad oggi per poi essere rimandato “sine die”, ma già in passato, il 29 settembre e l’11 ottobre, le trattative con mediazione Onu fra i due parlamenti e governi non aveva prodotto alcun risultato.
In compenso si è tenuta oggi una nuova riunione della Lega Araba, convocata su richiesta della Libia (appoggiata da Egitto e Emirati Arabi Uniti) per affrontare il tema del terrorismo, e già il presidente nigeriano Mahamadou Issoufou ha definito “indispensabile” un intervendo diretto.
La posizione dell’Onu e dell’Occidente rimane quella di non intervenire militarmente, come era stato detto a Madrid, ed anche il presidente francese, Francois Hollande, ha parlato oggi di escludere l’intervento unilaterale. Hollande ha ribadito che sono necessari comunque “un mandato chiaro”, “un’organizzazione chiara” e le “condizioni politiche”, ma “non stiamo andando in questa direzione”.
Recentemente la Francia ha tuttavia allestito una base militare temporanea a Madama, nel nord-est del Niger, non distante dal confine libico.

Nella foto: Bernardino Leon