LIBIA. Scaroni, ‘gasdotto da Libia per Italia sotto attacco. Lo chiuderemo’

Notizie Geopolitiche –

libia impianto mellitahL’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha reso noto ai microfoni di Radio Uno che il gasdotto Greenstream, che serve l’Italia, potrebbe essere presto chiuso in quanto sotto attacco da parte di un gruppo di guerriglieri che vorrebbero bloccare le esportazioni verso nord.
Per la precisione ad essere in mano alle milizie della tribù berbera amazigh è il terminal di Mellitah, da cui parte il Greenstream, e l’impianto è gestito in joint venture fra Eni e Noc (National Oil Corporation).
I miliziani della tribù berbera amazigh sono parte di una delle oltre 500 milizie autonome che ancora non hanno accettato l’invito di sciogliersi nell’esercito regolare ed in un primo momento si era saputo che alla base del loro gesto vi era la richiesta al Governo e al Congresso Generale Nazionale che venisse loro riconosciuto lo status di minoranza etnica ed ancor più che il principio di tutela delle minoranze entri a far parte del sistema politico libico.
Il realtà l’intero territorio libico è frazionato in tribù ed è in mano alle milizie, per cui il ruolo dello Stato centrale è solo sulla carta.
L’Italia, che sta già addestrando circa 500 poliziotti libici, è stata incaricata dal G8 di giugno di operare nel paese nordafricano per disarmare le milizie e contribuire alla rinascita dell’ordinamento democratico; a tal proposito il primo ministro libico, Ali Zeidan e quello italiano Enrico Letta si erano incontrati a Roma il 4 luglio.
Nell’intervento a Radio Uno Scaroni, che si è detto “preoccupato” per la situazione libica, ha aggiunto che di idrocarburi ce ne sono molti “da tante parti del mondo” e tutta l’Italia sta godendo di clima “particolarmente benevolo”.
Negli ultimi tempi anche la produzione di petrolio a Mellitah ha subito un arresto, passando dai 1,25 milioni di barili possibili ai 90mila erogati.