Libia. Summit Lega Araba: al-Serraj, ‘fine delle divisioni, unificazione delle istituzioni e elezioni’

di Vanessa Tomassini

TUNISI. Il presidente del Consiglio del governo di Accordo Nazionale libico, Fayez al-Serraj, ha aggiornato i capi di Stato e di Governo della Lega Araba sugli ultimi sviluppi in Libia. Durante il suo discorso al 30mo Arab Summit, ospitato in maniera impeccabile dalla Repubblica tunisina, il premier al-Serraj ha detto che “è inaccettabile che la regione araba continui a essere al centro delle tensioni e del terrorismo nel mondo”, sottolineando la necessità di lavorare per porre fine alla crisi libica lontano dai conflitti e dalle interferenze straniere e attraverso una soluzione politica. “La crisi è stata esacerbata dagli interventi esterni, regionali e internazionali negativi che hanno incoraggiato alcune parti a non aderire alla via democratica e ad allontanarsi da un soluzione politica pacifica”. Ha proseguito aggiungendo che “Abbiamo condotto molti incontri con tutti i partiti libici e desideriamo trovare un vero consenso nazionale, crediamo che la soluzione della crisi non arriverà dalla divisione del potere o dall’esclusione di alcun partito, come alcuni affermano”. L’unica soluzione, secondo il capo del Consiglio presidenziale, è porre fine alla divisione politica, unificando le istituzioni sovrane e istituendo elezioni generali su una solida base costituzionale.
“Questo percorso soddisfa indubbiamente le aspirazioni del nostro popolo nella costruzione di uno stato civile moderno e democratico”. Ha poi precisato che “non rinunceranno ai nostri principi nel trovare soluzioni pacifiche che garantiscano la costruzione di uno stato civile che non riproduca il dominio totalitario o consenta la militarizzazione dello stato. Questa è una linea rossa che non permetteremo venga superata. Pertanto attendiamo con ottimismo la convocazione della Conferenza nazionale che si terrà il prossimo aprile sotto l’egida delle Nazioni Unite”. Al-Serraj ha espresso la speranza inoltre che tutte le parti coinvolte nella crisi libica abbiano assorbito la lezione, visto che tutti sono convinti non possa esserci una soluzione militare alla crisi libica: “Ogni escalation militare ne esce con un risultato, non c’è vincitore. C’è solo un perdente, la Libia”.