Marocco. Conclisa la visita del Papa Francesco

di Belhassem Yassine

RABAT. Si è conclusa la visita ufficiale di Papa Francesco in Marocco su invito d’Amir al-Mouminine, re Mohammed VI. Sulla base dello statuto religioso e della responsabilità spirituale, assunti da Amir al-Mouminine e dal Papa, l’incontro storico ha avuto lo scopo di contribuire a promuovere i valori di fraternità, di pace e di tolleranza tra i popoli e le nazioni e di consolidare il dialogo, la comprensione e la coabitazione interreligiosa.
Al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Rabat-Salé, Bergoglio è stato accolto dal re e da due bambini in abito tradizionale con un omaggio floreale. Il re era accompagnato dal principe ereditario Moulay Hassan, e dal fratello, il principe Moulay Rachid.
Poi Papa Francesco è stato ricevuto con tutti gli onori dal re sulla storica spianata Hassan a Rabat, dove si è tenuto l’incontro pubblico.
Le autorità marocchine si sono dimostrate interessate a questa visita inprontata sullo “sviluppo del dialogo interreligioso”. Il dialogo con l’Islam è un tema molto caro anche al Pontefice.
Nel suo discorso davanti al Papa, il sovrano ha evidenziato l’importanza dell’istruzione, l’unica via per affrontare i radicalismi, che si basano “sulla non conoscenza dell’altro, l’ignoranza dell’altro, l’ignoranza tout court”. “Per affrontare i radicalismi, la risposta non è né militare né finanziaria; ha un solo nome: istruzione”, indicando che il dialogo tra le religioni d’Abramo è ovviamente insufficiente nella realtà d’oggi.
Il re, quale Comandante dei credenti, ha invitato a ridare alla religione il posto che le spetta nell’ambito dell’istruzione, aggiungendo che “ciò che tutti i terroristi hanno in comune non è la religione, è piuttosto l’ignoranza della religione”.
Dopo aver sottolineato che la religione è luce, sapienza, saggezza e sinonimo di pace, il sovrano ha rilevato che “è tempo che la religione non sia più un alibi per gli ignoranti, per quest’ignoranza, per quest’intolleranza”. E ha rilevato che la visita del Papa in Marocco interviene in un contesto di sfide per la comunità delle nazioni, la comunità di tutti i credenti, lanciando appello a combattere i mali di altri tempi che si nutriscono del tradimento e della strumentalizzazione del messaggio divino, raccomandando il rifiuto delle teorie scellerate”.
Il re ha osservato che in questo mondo in ricerca di riferimenti, il Regno del Marocco non ha mai cessato di insegnare e vivere a fraternità dei figli di Abramo, pilastro fondatore della ricchissima diversità della civilizzazione marocchina. L’unione di tutti i marocchini, al di là delle confessioni, è “un esempio eloquente”. Questa simbiosi, che è la realtà del Regno, si concreta con moschee, chiese e sinagoghe che, da sempre sono rpesenti nelle città del Regno.
“Io, re del Marocco, Amir al-Mouminine, sono garante del libero esercizio dei culti. Sono il Comandante di tutti i Credenti”. “Come Comandante dei credenti, non posso parlare di Terra d’Islam, come se vi vivessero soltanto musulmani. Veglio, effettivamente, al libero esercizio delle religioni del Libro e lo garantisco. Proteggo gli ebrei marocchini ed i cristiani di altri paesi che vivono in Marocco.
Mohammed VI ha sottolineato che l’incontro con il Papa valorizza “una convinzione condivisa: i valori della religione monoteistica contribuiscono alla razionalizzazione, alla riconciliazione, al miglioramento dell’ordine mondiale”.
“Come Comandante dei credenti, mi oppongo, come voi, all’indifferenza in tutte le sue forme e plaudo al coraggio dei leader che non rifuggono dalle grandi questioni del nostro tempo”; ha poi aggiunto che “Stiamo seguendo con interesse e considerazione gli sforzi compiuti da Sua Santità al servizio della pace mondiale, così come i suoi continui appelli all’istruzione, al dialogo, alla cessazione della violenza e alla lotta contro la povertà, la corruzione, il cambiamento climatico, i mali che affliggono le società”.
“I nostri messaggi sono tanto attuali quanto eterni. Invitano le persone ad abbracciare i valori della moderazione, a realizzare gli imperativi della co-conoscenza e a cogliere la consapevolezza dell’altro”.
Nel suo discorso il Papa ha espresso “gratitudine che si trasforma in importante opportunità per promuovere il dialogo interreligioso e la conoscenza reciproca tra i fedeli delle nostre due religioni.
“È indispensabile opporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti, avendo come riferimenti inestimabili del nostro agire i valori che ci sono comuni”, ha sottolineato Bergoglio.
Il Papa ha poi visitato l’Istituto “Mohammed VI per Imam, predicatori e predicatrici, voluto da Vostra Maestà, allo scopo di fornire una formazione adeguata e sana contro tutte le forme di estremismo, che portano spesso alla violenza e al terrorismo e che, in ogni caso, costituiscono un’offesa alla religione e a Dio stesso. Sappiamo infatti quanto sia necessaria una preparazione appropriata delle future guide religiose, se vogliamo ravvivare il vero senso religioso nei cuori delle nuove generazioni”.
Dopo il suo primo discorso, sulla spianata del Tour Hassan, il Papa si è recato insieme a re Mohammed VI al mausoleo di Mohammed V, per una visita alle tombe di Mohammed V e di Hassan II: vi ha offerto un omaggio floreale e ha firmato il Libro d’Oro. Al termine della visita, il trasferimento in auto al palazzo reale per la visita di cortesia a re Mohammed VI, con la presenza della famiglia reale.

Appello congiunto per preservare lo stato di Gerusalemme come Città Santa.
Papa Francesco e re Mohammed VI hanno firmato un appello per preservare lo stato di Gerusalemme come Città Santa. “Noi riteniamo importante preservare la Città Santa di Gerusalemme – al-Qods Acharif – si legge del testo dell’appello – come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.
A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico multireligioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme – al-Qods Acharif. Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città Santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme – al-Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra”.