L’Iran potrebbe vendere il petrolio iracheno per conto di Baghdad

di Raffaele Luongo –

petrolioL’Iraq è un membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ed è anche il secondo maggior produttore in assoluto dopo l’Arabia Saudita. Il governo iracheno oltre alla difficoltà del momento rappresentata dalla guerra contro lo Stato Islamico in casa propria, deve far fronte anche al calo del prezzo del petrolio. La vendita dell’oro nero rappresenta parte essenziale delle entrate pubbliche irachene, più precisamente il governo trae dalla sua vendita circa il 95% delle sue entrate pubbliche.
In questo momento parte del territorio iracheno è nelle mani dello Stato Islamico e un’altra parte è presidiata dall’esercito curdo, esso ne ha preso il controllo dopo che l’esercito iracheno si è polverizzato davanti all’avanzata degli uomini del Califfo. La necessità di rafforzare una produzione petrolifera che rappresenta parte essenziale e principale dell’economia nazionale spinge il governo a ripristinare, lì dove è possibile, le operazioni di estrazione.
La Somo, che è l’Organizzazione di Stato irachena per la vendita del petrolio, sta pianificando un incontro con il governo regionale Curdo (KRG) circa la possibilità di far transitare attraverso il suo territorio il petrolio, possibilmente per la prossima settimana. Questo perché l’Iraq, avendo fretta di espandere la propria produzione, sarebbe pronto a far passare il materiale anche attraverso l’Iran se dai negoziati con i curdi non dovesse emergere una soluzione.
Il viceministro iracheno per il petrolio Fayadh al-Nema ha sottolineato l’importanza di giungere ad un accordo, il governo ha bisogno di denaro per continuare la guerra all’ISIS e non può andare avanti a produzione depotenziata. Nella provincia di Kirkuk viene estratta una discreta quantità di petrolio che, se non potesse scorrere attraverso il nord dell’Iraq verso la Turchia, Baghdad si riproporrebbe di smerciarla facendola passare per l’Iran.
Il ruolo dell’Iran sarebbe quello di accogliere il petrolio iracheno presso le proprie raffinerie e successivamente direzionarlo verso uno dei suoi porti nel Golfo, anche l’Iraq ha uno sbocco sul Golfo Persico ma ha bisogno dell’intermediazione di Teheran perché non possiede gasdotti che permettano il collegamento da Kirkuk ai porti a sud.
In questo momento secondo quanto afferma il vice-ministro al-Nema, la North Oil Company, azienda statale irachena, ha ripreso a pompare olio attraverso il territorio controllato dai curdi come segno di buona volontà da parte del governo di Baghdad per incoraggiare la ripresa dei negoziati. Il Primo Ministro iracheno Haydar al-Abadi sarebbe interessato a trovare un accordo con il governo curdo, così da riprendere le vendite senza andare a intaccare le scorte o peggio ancora senza dover dipendere dall’Iran. Safeen Dizayee, portavoce curdo ha espresso la disponibilità di Arbil, sede del governo locale curdo, a trattare con Baghdad.