Mattarella in Etiopia per rafforzare i legami economici e strategici con il paese africano

di Giuliano Bifolchi * –

mattarella etiopiaIl presidente Sergio Mattarella è arrivato ad Addis Ababa nel tardo pomeriggio di ieri per effettuare una visita ufficiale di cinque giorni in Etiopia insieme ad una delegazione italiana formata da Stefania Giannini, ministro dell’Educazione, Università e Ricerca, e Mario Giro, viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ad accoglierlo all’aeroporto internazionale Addis Adaba Bole il ministro degli Affari Esteri etiope Tedros Adhanom.
La missione italiana, la prima di un presidente dopo circa 20 anni, è stata organizzata per poter rafforzare una fase eccellente di relazioni bilaterali tra Italia ed Etiopia in tutti i settori. Secondo il comunicato stampa rilasciato dalla Ambasciata italiana in Etiopia, la visita di Mattarella permetterà di discutere le partnership nei settori sviluppo economico, stabilità regionale e problema migratorio.
Durante la sua permanenza in Etiopia, Mattarella visiterà anche il campo di rifugiati di Gambella supportato dalla Agenzia di Sviluppo Italiana che ospita circa 200 mila persone del Sud Sudanil quale certifica l’impegno italiano preso nei confronti delle autorità etiopi per quel che riguarda la gestione dell’aumento dei flussi di rifugiati e migranti.
Verrà effettuata inoltre una visita al sito di Labilela, patrimonio mondiale che permetterà al presidente italiano di conoscere la ricchezza e le radici storiche e culturali etiopi; sono stati organizzati anche incontri con la Comunità italiana in Etiopia, con Nkosazana Dlamini-Zuma, presidente della Commissione dell’Unione Africana e con Abune Mathias, Patriarca della Chiesa Ortodossa di Etiopia.
L’Italia sta focalizzando molto la propria attenzione sul paese del Corno d’Africa, in special modo per quel che riguarda il settore economico. Lo scorso settembre 2015, infatti, si era svolto a Milano l’evento Ethio-Italy Investment and Trade Forum organizzato dal ministero degli Affari Esteri italiano, dall’Ambasciata italiana ad Addis Ababa, dall’Agenzia per il Commercio Estero (ICE) e dall’Ambasciata etiope a Roma. Il forum, giudicato come un successo da entrambe le parti, aveva focalizzato l’attenzione sulla possibilità di migliorare le relazioni B2B, aumentare il commercio e gli investimenti e fornire maggiori informazioni in merito alle opportunità di business in Etiopia per gli imprenditori italiani.
Da questi incontri e dalla visita italiana del presidente Mattarella ad Addis Ababa è possibile comprendere come l’Italia è stata da sempre determinata ad avere forti relazioni con l’Etiopia, un paese stabile nel continente africano capace di attrarre significativi investimenti stranieri diretti (FDI). L’Etiopia, infatti, può essere considerato come uno dei paesi africani leader nell’offrire un ambiente di business accattivante (Etiopia: una delle economie in rapida crescita punta sugli investimenti stranieri).
Considerata una delle dieci economie al mondo con la crescita più rapida, il paese è impegnato nel processo di trasformazione e di passaggio da una economia principalmente basata sull’agricoltura a quella industriale con maggiore attenzione al settore manifatturiero.
Grazie ad una popolazione di 90 milioni di persone, che presto raggiungerà i 100 milioni, l’Etiopia si configura come un mercato appetibile per le imprese italiane le quali devono essere motivate maggiormente a finanziare i progetti di sviluppo economico etiopi grazie alla stabilità politica ed istituzionale del paese. Inserita nella lista dei paesi target dell’Italia per il biennio 2015 – 2017, il commercio italo-etiope vede un interscambio pari a 300-400 milioni di euro, cifra ancora inferiore rispetto alle grandi potenzialità ed ai grandi valori che si potrebbero raggiungere.

bifolchi fuori* Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e Relazioni Internazionali. Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT) applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica. Ha collaborato e continua a collaborare periodicamente con diverse testate giornalistiche e centri studi.