Messico. Il presidente in cerca di alleanze

di Paolo Menchi

Negli ultimi anni in Sudamerica si sono insediati governi per così dire “di sinistra”, intendendo quelle posizioni progressiste che si contrappongono a chi è meno interessato alle politiche sociali e di ridistribuzione del reddito e si colloca più dalla parte degli imprenditori che spesso vengono addirittura candidati.
Messico, Cile, Brasile, Bolivia, Argentina e da ultima, la Colombia hanno governi progressisti senza parlare di Venezuela, Cuba e Perù che vivono però situazioni particolari. ed in attesa dell’esito del ballottaggio in Ecuador.
Proprio con il Perù si sono rotte le relazioni diplomatiche dopo l’arresto del presidente eletto Castillo e dopo che il governo messicano aveva tacciato il parlamento peruviano di golpe, entrando di prepotenza negli affari interni di un altro Paese.
Già Lula nei mesi scorsi ha tentato di assumere un ruolo guida proponendo addirittura una moneta unica e rilanciando il mercato comune tra i paesi della regione.
Ma anche il presidente di un altro grande paese, il Messico, vale a dire Andres Manuel Lopez Obrador (detto anche AMLO, acronimo di nome e cognome completi) vorrebbe avere un ruolo guida nella zona, proprio quando manca solo un anno al termine del suo mandato di sei anni.
In quest’ottica si colloca il viaggio che sta effettuando in Colombia e Cile oltre a quelli già fatti negli scorsi mesi in Guatemala, El Salvador, Honduras, Belize e Cuba.
Con il presidente colombiano Gustavo Petro, Obrador ha parlato del processo di pacificazione in atto da tempo in Colombia e del rafforzamento della Comunidad de Estados Latinoamericano y Caribeños (Celac). composta da 33 paesi, la cui conferenza si è tenuta a Cali in questi giorni.
Anche AMLO al termine del summit dell’organizzazione ha firmato un documento con il quale gli aderenti si impegnano a creare un dialogo per capire e per poi poter combattere, cooperando tra loro .il fenomeno del narcotraffico in America Latina. ed un impegno a rafforzare la protezione delle popolazioni indigene.
Nel successivo viaggio in Cile Obrador avrà colloqui con il presidente cileno Boric sempre in tema di collaborazione e parteciperà alle celebrazioni dell’ex capo di Stato del Cile, Salvador Allende, in occasione dei 50 anni del golpe che lo destituì e lo spinse al suicidio. In quei momenti drammatici il ruolo del Messico fu molto importante perché accolse numerosi rifugiati politici.
A molti è sembrato strano che Obrador nell’ultimo anno abbia viaggiato molto all’estero, cosa che dal 2018, anno della sua elezione, ha sempre fatto pochissimo perché, a suo dire, i viaggi in aereo lo fanno star male.
Dopo la conferenza dell’Alleanza del Pacifico che si terrà in novembre a San Francisco e nel corso della quale AMLO incontrerà Biden, gli osservatori ritengono che il presidente messicano si dedicherà di nuovo in particolare alla politica interna in vista delle elezioni del prossimo anno, perché, pur non essendo rieleggibile. cercherà di spianare la strada al candidato del suo partito.