Migranti: al vertice Ue Renzi fa strike. Arrivano più soldi, ma l’accordo di Dublino non è stato toccato

di Enrico Oliari –

renzi hollande merkel cameron grandeAl vertice dei Ventotto sull’emergenza migranti il premier italiano Matteo Renzi, che lo aveva chiesto con determinazione, ha fatto strike. E’ infatti riuscito a portare a casa quasi tutto ciò che chiedeva, a cominciare dal potenziamento della missione europea Triton, per la quale l’Unione Europea verserà 9,3 milioni di euro al mese contro i 2,9 attuali, e della missione Poseidon, gestita dalla Grecia. Verranno così triplicati i mezzi, anche grazie alla disponibilità di Francia e Gran Bretagna, ma non si tratta di una nuova Mare Nostrum, poiché lo spazio di intervento rimane comunque circoscritto entro le 30 miglia
Per quanto non sia stato toccato il Trattato di Dublino, che impone all’Italia di farsi carico dei richiedenti asilo che arrivano sul suo territorio, vi sarà comunque una ripartizione di una quota di 10mila migranti fra i vari paesi che ne hanno data la disponibilità, un risultato positivo seppur inferiore alla dimensione del problema, se si pensa che due gironi fa il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, aveva affermato che i migranti in arrivo sono stimati fra le 170mila e le 200mila unità.
I vari punti per cui spingeva Renzi sono stati portati in un pacchetto di interventi dal Commissario Ue per le Migrazioni Dimitris Avramopoulos e dal capo della Commissione Jean Claude Juncker, ma quest’ultimo uscendo dal vertice ha ammesso che sul fronte dei ricollocamenti “avrei voluto un risultato più ambizioso”.
Merkel ha poi precisato che “Siamo pronti a sostenere l’Italia, ma la registrazione dei rifugiati deve essere fatta in modo adeguato secondo regole Ue”, anche perché “Svezia, Germania e Francia da sole accolgono il 75% dei rifugiati”.
A puntare i piedi sulla redistribuzione dei richiedenti asilo è stato il britannico David Cameron, che ha già detto di non volerne sapere: “la Gran Bretagna offre uno dei pezzi forti della Royal Navy, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori – ha affermato – ma a patto che le persone salvate siano portate nel paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito”. La posizione dell’inquilino del numero 10 di Downing Street è facilmente spiegabile con le elezioni ormai alle porte e con una campagna elettorale per cui il tema dell’immigrazione è centrale.
Alla conferenza stampa di fine incontro Renzi ha affermato che quello che si è tenuto a Bruxelles è stato “un vertice significativo” e “un grande passo avanti per l’Europa” sull’emergenza immigrazione, per quanto “vi sia il rischio di insabbiamento, ahimè, in tutti i documenti Ue. Tuttavia oggi per la prima volta c’è una strategia, e noi veglieremo”.
Ha poi ribadito che “l’Europa deve mostrare il suo volto più solidale. Se non lo facesse perderebbe un’occasione”: “se l’Europa è solo relegata a iniziative economiche perde l’anima. Il primo risultato è affermare che la politica in Europa può mostrare la sua dignità”, ha aggiunto.
Renzi, Merkel, Cameron e Hollande si sono incontrati poi in un minivertice in occasione del quale il premier italiano ha chiesto il supporto per ottenere il mandato Onu al fine di colpire con operazioni chirurgiche le barche dei trafficanti, ovvero per ottenere quella cornice legale che altrimenti farebbe corrispondere gli interventi a vere e proprie dichiarazioni di guerra.
La Pesc Federica Mogherini è stata quindi incaricata di studiare la fattibilità un’eventuale azione militare per la distruzione dei barconi anche sulle coste libiche.