Migranti: ricollocati solo 500, lo 0,03%. E l’Ue vuole sanzionare l’Italia per le impronte digitali

di C. Alessandro Mauceri

Migranti via terraIl presidente della Commissione europea, Junker, ha lanciato l’allarme sulla decisione presa da molti paesi europei per contrastare il flusso di migranti: “Non sono a favore della chiusura delle frontiere in Unione Europea, la trovo aberrante, o siamo un continente vero o siamo un insieme che si chiude in categorie nazionali”.
A distanza di mesi dagli accordi che prevedevano la ripartizione di migliaia di migranti in vari paesi dell’Unione, quasi niente è stato fatto. Al contrario continua ad aumentare il numero dei paesi che ha deciso di chiudere le proprie frontiere, violando in questo modo gli accordi di Schengen che prevedono la possibilità di sospendere la libera circolazione solo per periodi di tempo molto brevi e per motivi di ordine pubblico, e molti di loro hanno preso provvedimenti drastici come la costruzione di barriere o reti metalliche con fili spinati ai valichi di frontiera.
Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno dichiarato di essere intenzionate a rendere ancora più difficile ai migranti il passaggio delle loro frontiere e l’ex repubblica jugoslava di Macedonia continua a respingere migliaia di persone ogni giorno.
La Commissione Europea nei giorni scorsi ha diffuso i dati riguardo l’avanzamento del piano di ricollocamento dei migranti giunti in Europa nel 2015: dei 160mila migranti che, secondo gli accordi presi tra gli stati europei lo scorso settembre, avrebbero dovuto essere trasferiti dalla Grecia e dall’Italia agli altri stati membri dell’Ue nei prossimi due anni, solo 500 per ora sono stati effettivamente ricollocati, di cui 272 tra siriani ed eritrei. (Vedi)
L’accordo, sottoscritto a settembre dello scorso anno, prevedeva di ricollocare decine di migliaia di richiedenti asilo dall’Italia e dalla Grecia agli stati europei che ospitano un numero di migranti inferiore. Per l’esattezza sarebbero dovuti essere 39.600 dall’Italia e 66.400 dalla Grecia.
Ad oggi ad essere stati trasferiti è solo lo 0,03 per cento della quota stabilita. Ma se questa cifra viene confrontata con il numero totale di migranti arrivati in Europa nel 2015 (1.008.616), la situazione diventa ridicola. Praticamente nessuno.
Eppure in Germania sarebbero dovute essere rilocate circa 27mila persone, 19mila in Francia e 9mila in Spagna. Alcuni paesi, come la Germania e l’Austria, hanno cercato di giustificare il mancato rispetto degli accordi sottoscritti affermando che, in realtà, il numero di rifugiati che hanno accolto e che continuano ad accogliere è già abbastanza elevato.
Ad oggi la maggior parte dei paesi che hanno sottoscritto l’accordo di settembre non hanno accolto neanche un migrante.
Ma non basta. Gli stati che hanno partecipato e votato a favore delle politiche di accoglienza, avevano promesso anche la propria partecipazione ad azioni di controllo alle frontiere. Ebbene, anche in questo caso, molti si sono tirati indietro. Dei 775 agenti di forze dell’ordine che i vari stati avrebbero dovuto inviare per aiutare Grecia e Italia a pattugliare i confini, ne sono stati inviati solo 447. L’Ungheria, ad esempio, ha preferito lasciare i propri militari in patria e inviare solo 4 agenti, La Francia ne ha inviati 59. Ancora una volta la maggior parte dei paesi è venuta meno agli accordi sottoscritti e non ha inviato nessuno. E, ancora una volta, senza addurre alcuna giustificazione.
Anche peggiore la situazione per quanto riguarda l’anno in corso: di 1.054 guardie di frontiera provenienti dai vari paesi che avrebbero dovuto partecipare a Frontex, ne sono stati mandati solo 137!
Inoltre è appena stata diffusa la notizia che la Commissione europea potrebbe aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia (e di altri Paesi) per non aver raccolto e inserito nel sistema Eurodac le impronte digitali degli immigrati che richiedono asilo. L’accusa riguarderebbe la “non corretta applicazione del regolamento europeo”, che prevede appunto la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti. Ad aver “violato gli accordi”, oltre all’Italia sarebbero anche Croazia, Grecia e Malta. La decisione di Bruxelles è stata presentata come “un atto dovuto” a causa del “mancato rispetto” delle disposizioni comunitarie e che è stata preceduta da un scambio di lettere tra Bruxelles e Roma dai toni minacciosi. Una messa in mora che è il primo passo che porta al deferimento alla Corte di Giustizia europea e all’erogazione di sanzioni.
Come dire oltre l’inganno, la beffa, specie se si ripensa alle parole pronunciate da Junker nei giorni scorsi e al rispetto degli accordi sottoscritti dalla maggior parte dei paesi dell’”Unione”.