Moldavia. Dodon in Russia, ‘metà Romania è moldava’

di Notizie Geopolitiche – 

Ha scatenato un mare di polemiche e di inquietudini in Romania il regalo del presidente russo, Vladimir Putin, al suo omologo moldavo Igor Dodon, che martedì scorso si è recato in visita ufficiale a Mosca.
Putin, durante la cerimonia al Cremlino, ha donato al leader moldavo un’antica carta geografica, risalente al 1790, nel quale diverse regioni della Romania, tra le quali la Moldavia rumena, la Bucovina (oggi divisa tra Romania ed Ucraina) e parte della regione sud-orientale della Dobrugia, sul mar Nero, sono indicate come moldave.
Nella successiva conferenza stampa Dodon, oltre ai ringraziamenti di rito per il dono, ha poi affermato che “praticamente metà della Romania dovrebbe in realtà essere Moldavia”, una dichiarazione che a Bucarest ha scaldato gli animi tra i nazionalisti e preoccupato il governo, soprattutto dati i rapporti molto tesi che attualmente intercorrono tra quest’ultimo e la Russia.
Le politiche aggressive applicate da Mosca nell’Europa orientale, rivolte soprattutto contro quei paesi che un tempo stavano nell’orbita dell’Unione Sovietica e che invece oggi sono in molti casi diventati membri della Nato, hanno infatti generato apprensione in Romania e, in seguito alle violenze nell’Ucraina orientale ed all’occupazione della Crimea da parte delle forze russe, questo clima di tensione si è ulteriormente acuito.
Il timore di Bucarest, ma anche quello di Varsavia e delle repubbliche baltiche, che ha spinto la Nato ad incrementare la propria presenza militare sul posto, è infatti quello che Mosca utilizzi le minoranze russofone residenti in questi paesi e l’influenza dei pochi stati che ancora si allineano alle politiche del Cremlino, come la Moldavia di Dodon, per destabilizzare la regione e minacciare l’integrità territoriale di queste nazioni, come successo in Ucraina; una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente con l’elezione a presidente degli Stati Uniti del repubblicano Donald Trump, le cui politiche isolazioniste, caratterizzate da un relativo disinteresse verso le questioni europee ed internazionali, rischiano di sgomberare il campo da ogni ostacolo all’espansione dell’influenza russa sulla regione.