Nuovo attacco di Israele: colpita una base missilistica Hezbollah in Libano, vicino al confine siriano

di Guido Keller –

israele caccia grande 2Nuovo attacco dell’aviazione israeliana ad obiettivi Hezbollah, al confine fra la Siria e il libano: lo hanno riferito una fonte libanese e l’Osservatorio siriano sui diritti umani, vicino agli insorti e con sede a Londra, i quali hanno parlato di “Due raid israeliani che hanno colpito un obiettivo di Hezbollah alla frontiera libanese-siriana”, per la precisione “una base missilistica” del gruppo sciita, in Siria impegnato nel conflitto con circa 4mila militari a fianco di al-Assad.
La televisione al-Manar, vicina al movimento sciita libanese, ha invece smentito la notizia, riportando che “nessun raid israeliano ha avuto luogo sul territorio libanese”, pur ammettendo che vi sono stati “intensi sorvoli dell’aviazione del nemico sulla regione nord della Bekaa”.
Per quanto Israele non abbia ne’ ammesso ne’ smentito l’attacco, fonti hanno informato che ad essere colpita sarebbe stata una base nella valle di Bekaa con un razzo trasportabile Tochka, di fabbricazione russa e in grado di portare una testata nucleare, ed un SS- 21 Scarab, di fabbricazione statunitense, anch’esso montato sopra un camion, capace di portare una testata di 480 kg, con un raggio di 70 km.
Razzi di questo genere con testate convenzionali sarebbero stati sparati di recente contro le brigate degli jihadisti legate ad al-Qaeda nella battaglia per il controllo di Qalamoun, a 80 km dal confine siriano.
Interpellato mentre era in Golan, il capo di stato maggiore israeliano Benny Gantz ha solo ammesso che Israele tiene sotto controllo i traffici di armi su tutta la regione.
Nel gennaio 2013 i caccia israeliani avevano colpito in due diversi attacchi il centro di ricerche militari di Jamaraya e un convoglio che portava armi in Libano, mentre nel maggio successivo avevano centrato un convoglio che trasportava armi, sempre per il gruppo paramilitare degli Hezbollah. A quanto si era appreso da al-Arabiya, si sarebbe trattato di mezzi che trasportavano missili sofisticati.
L’atteggiamento di Israele nei confronti del confinante conflitto siriano è sempre stato quantomeno prudente per diversi motivi: pur non permettendo il rifornimento di armi e di altre risorse al nemico di sempre Hezbollah e pur rispondendo a qualche scaramuccia lungo la frontiera del Golan con gli insorti, il governo Netanyahu non si è mai voluto intromettere sostenendo una parte o l’altra, sia perché i movimenti jihadisti attivi in Siria hanno come secondo obiettivo lo Stato ebraico, sia perché la Siria è fornitore di gas per Israele (a Homs si raccolgono le diramazioni che portano l’energia ad Ashkelon, oltre la Striscia di Gaza, lungo il gasdotto Arabico, che arriva fino ad Aqaba, in Giordania, e risale il Sinai fino ad al-Arish, dove entra in mare), sia perché la Siria ha aperta con Israele la questione del Golan, importante zona strategica e ricca di risorse idriche occupata con la Guerra dei Sei giorni del 1967, “cessione” che ha trovato un atteggiamento morbido da parte degli al-Assad.