Operazione Irini: dall’Italia la nave ammiraglia

di Eloisa Covelli * –

La nave della Marina Militare italiana San Giorgio entra nell’Operazione EUNAVFOR MED IRINI come flagship. Da questa nave il Force Commander, il comandante in mare contrammiraglio Ettore Socci, guida gli assetti schierati nell’area di operazione. Oltre al San Giorgio, l’Operazione Irini può contare sulla fregata greca Spetsai e sugli aerei da pattugliamento marittimo francese, greco, lussemburghese, polacco e tedesco già attivi nell’Area. Sulla nave ammiraglia (flagship) c’è un punto medico avanzato (Role 1).
Dalla metà di ottobre il Force Commander, assieme alla flagship, saranno forniti dalla Grecia.
Il San Giorgio ha a bordo un elicottero EH 101 e un team della Brigata Marina San Marco, idoneo a svolgere abbordaggi anche in caso di atteggiamento non cooperativo da parte del mercantile da ispezionare.
L’Italia fornisce all’Operazione anche un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) in supporto diretto oltre alle basi militari logistiche e operative di Augusta, Pantelleria e Sigonella.
Un aereo da pattugliamento marittimo P72, un aereo Air Early Warning (AEW) e un sottomarino in supporto associato saranno inoltre disponibili occasionalmente.
In totale sono una ventina i paesi dell’Unione Europea che hanno aderito, con uomini e/o mezzi, alla missione Irini, che può contare anche sul supporto delle immagini satellitari fornite dal Centro Satellitare dell’Unione Europea (EU SatCen).
“Con l’ingresso della nave ammiraglia, la missione potrà a breve arrivare alla piena operatività (denominata tecnicamente Full Operation Capability) – ha detto il comandante dell’Operazione, ammiraglio Fabio Agostini – Irini è nata in piena pandemia Covid-19, circostanza che non ha facilitato il dispiegamento delle forze. Nonostante ciò la missione, partita effettivamente solo da due mesi, ha già prodotto i primi risultati in termini di raccolta di informazioni ed effetto deterrente sia riguardo all’embargo delle armi che al monitoraggio dei traffici illeciti di petrolio e derivati. Le evidenze raccolte sono sempre state trasmesse al panel di esperti per la Libia delle Nazioni Unite con cui l’Operazione ha intrapreso una stretta e proficua collaborazione”.
L’Operazione Irini (in greco “pace”) è stata pianificata in pochissimo tempo e lanciata il 31 marzo a seguito di una decisione del Consiglio dell’Unione Europea. Il compito principale è quello di far rispettare l’embargo delle armi verso la Libia previsto dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tra i suoi compiti secondari c’è anche il monitoraggio e la raccolta di informazioni sul traffico illegale di petrolio. La missione contribuisce inoltre allo smantellamento del traffico di esseri umani e supporta la formazione della Guardia Costiera e Marina libica.
Il comandante dell’Operazione (Operation Commander) è l’ammiraglio Fabio Agostini. Rappresenta il livello militare-strategico dell’Operazione e svolge i suoi compiti dal quartier generale situato presso il comando operativo di Vertice interforze (COI) di Centocelle, Roma.
Il comandante in mare (Force Commander) è invece il responsabile a livello operativo e tattico degli assetti aero-navali dispiegati nell’aerea di operazione nel Mediterraneo centrale e agisce sotto la guida dell’Operation Commander. Nella carica del Force Commander si alterneranno su base semestrale Italia e Grecia.
La nave ammiraglia (flagship) è l’unità navale su cui è imbarcato il Force Commander con il suo staff. Con l’alternarsi del comandante in mare anche la nave ammiraglia si alternerà. Il Force Commander greco sarà quindi imbarcato su un’unità della Marina ellenica.
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