Osce. A Palermo Alfano lancia l’Erasmus Med, ‘associare alla sicurezza la cultura’

di Guido Keller

La cultura come elemento di cooperazione tra i paesi del Mediterraneo ma anche come lotta e prevenzione del terrorismo. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ci crede ed ha voluto dare il via in questi giorni a Palermo all’ambizioso progetto di “Italia, Culture, Mediterraneo”, programma culturale che il ministero degli Esteri, attraverso la sua rete all’estero, realizzerà nel 2018 nei Paesi dell’area del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena). L’occasione è la Conferenza Mediterranea dell’Osce che l’Italia presiede oggi e domani, appuntamento al quale sono convenute più di 60 delegazioni per confrontarsi sui progressi della sicurezza e della cooperazione nel Mediterraneo in un momento storico di vasti movimenti di migranti e rifugiati, discutendo delle questioni correlate alla sicurezza stessa. Presenti il presidente incaricato dell’Osce, Sebastian Kurz, e il segretario generale dell’Osce, Thomas Greminger.
“Quando abbiamo deciso di organizzare la Conferenza dell’Osce qui a Palermo – ha detto Alfano nella conferenza di presentazione -, ci siamo resi conto che avevamo un’opportunità straordinaria per associare alla discussione sulla sicurezza una proposta di programma culturale nel Mediterraneo. Perché non ci possono essere stabilità, sicurezza e pace, senza valori condivisi e il rispetto della cultura del vicino”. “La Sicilia, per la sua storia, dove Arabi e Normanni hanno formato un fondamentale modello di integrazione sociale e di tolleranza religiosa tra popoli diversi – ha continuato il ministro – può essere il laboratorio dove si può discutere di un nuovo futuro per le due sponde del Mediterraneo”.
La proposta è quella di un Erasmus del Mediterraneo: “Sono sempre più convinto che noi che consideriamo il Mediterraneo un’area culturale prima ancora che un’area geografica, dobbiamo rafforzare questa identità. Vorrei che a Palermo nascesse l’embrione di questo progetto: un Erasmus nel Mediterraneo”, ha spiegato Alfano, aggiungendo che “Abbiamo dato uno slancio in avanti della generazione europea grazie all’Erasmus. Quando io ero all’università abbiamo potuto studiare le lingue sotto una grande fede: la fede europeista. Non credo che essere siciliano, italiano, mediterraneo ed europeo siano concetti in contraddizione. Dobbiamo mettere carburante culturale all’identità Mediterraneo”.
“Non ci possono essere stabilità, sicurezza e pace senza valori condivisi e senza rispetto della cultura del vicino”, ha affermato il capo della Farnesina, sottolineando che per l’Italia, che sarà presidente di turno Osce nel 2018, è necessario “Valorizzare il ruolo della cultura per sviluppare un’identità mediterranea che sia rispettosa della multiformità delle nostre società, che promuova la diversità e favorisca le condizioni di sicurezza nel Mediterraneo”.
Per Alfano, che a Palermo ha incontrato l’omologo Khemaies Jhinaoui, la Tunisia riveste un ruolo centrale, “un interlocutore privilegiato e imprescindibile” per evitare che nell’abisso del Mediterraneo finiscano per essere inghiottite “convivenza civile, libertà e diritti”. “La Tunisia – ha insistito – è una perla di democrazia nel Mediterraneo che nasce da un movimento rivoluzionario, quello delle primavere arabe”, e rappresenta “un esempio straordinario di come una leadership lungimirante e coraggiosa abbia tratto il Paese dall’orlo del baratro di una guerra civile e lo abbia portato sulla strada delle riforme”.