PAKISTAN. 120 bimbi morti per fame nel sud, “vergogna nazionale”

Aki

fameTragedia nel deserto di Thar, nel sud del Pakistan, dove oltre 120 bambini sono morti per fame negli ultimi tre mesi a causa di una gravissima siccità che sta flagellando la zona. La notizia, riferita dai media locali, ha scosso l’opinione pubblica e dalla Corte Suprema di Islamabad, il giudice Tassaduq Hussain Jillani ha esortato il Paese a “chinare il capo con vergogna” per le condizioni che hanno portato a queste morti. Il premier Nawaz Sharif si e’ recato oggi a Mithi, nel distretto di Tharparkar, dove, secondo la stampa, altri 5 bimbi sono deceduti nelle ultime ore per grave malnutrizione. Una condizione, ha denunciato la responsabile del dipartimento di Padiatria dell’università locale, Salma Shaikh, che colpisce l’80% dei bambini della zona. Sempre lei ha riferito che negli ultimi due mesi nel centro medico di Mithi sono morti 41 giovanissimi, di cui 23 neonati. Secondo quanto riportato dal responsabile dell’Interno nella provincia di Sindh, Mumtaz Ali Shah, le vittime sono “almeno 62”, morte a causa di “un’ondata di freddo insolita che ha portato al sopraggiungere di polmoniti con strutture sanitarie inadeguate”. Il premier ha annunciato l’impegno del governo a stanziare 10 milioni di dollari per affrontare la situazione d’emergenza. Operazioni sono già in corso per distribuire cibo alla popolazione, hanno aggiunto le autorità locali, sottolineando che anche l’esercito sta collaborando. Da parte sua, l’Onu sta ragionando su una possibile missione congiunta con Ong locali. Le autorità locali la settimana scorsa hanno aperto un’inchiesta su quanto accaduto in questa striscia del deserto di Thar, un’area che inizia circa 300 chilometri da Karachi e copre fino al confine con l’India.
Unica voce fuori dal coro, quella dell’avvocato generale della provincia Fateh Malik, secondo cui la situazione non é così grave come la dipingono i media e disastri simili sono la norma in questa zona impoverita. Finora, ha aggiunto, sono state distribuite 120mila casse di cibo, insieme a 200mila rupie, pari a 2mila dollari, come risarcimento ai familiari delle vittime. Nel 2000 una grave carestia colpì il deserto, uccidendo il 90% del bestiame, la principale forma di sostentamento per la popolazione locale.