Pakistan, democrazia 2.0

di Matteo Bacigalupi –

Tre sono i partiti politici considerati come i possibili obiettivi di eventuali attacchi terroristici che andrebbero a catapultare la campagna elettorale pakistana in una situazione di grande pericolo e di caos.
Stando a Shireen Mazari, portavoce del Movement for Justice Party (PTI) i ripetuti attacchi sono  “… attacchi contro il Pakistan e il contro il proprio sistema civile, sono un nuovo tentativo di far deragliare la democrazia e le elezioni con il solo obiettivo di porre fine all’intera nazione pakistana”.
La minaccia più pericolosa è quella che proviene dall’organizzazione Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP) (talebani pakistani ndr.) che cerca a più riprese di destabilizzare il processo democratico con attentati e minacce nei confronti del restante panorama politico composto da tre principali partiti:
il Pakistan Peoples Party (PPP) che ha sostenuto il governo uscente, ed i suoi partner di coalizione; il Movimento Muttahida Qaumi  (MQM, dalla regione del Karachi); ed il  Partito Nazionale Awami Pashtun (ANP); quest’ultimo oggetto dell’ultimo attacco a Peshawar di martedì scorso.
La coalizione guidata dal PPP è stata il primo governo civile a completare l’intero mandato della durata di un lustro in 66 anni di storia del paese.

Terrore della democrazia?
I frequenti attacchi che hanno avuto luogo nelle maggiori città di tutto il Pakistan hanno fatto crescere le preoccupazioni per la sicurezza del paese gettando l’intero processo democratico in una situazione di allarme generale.
Hassan Abbas, esperto di sicurezza ed ex ufficiale del governo, ha dichiarato ai microfoni di ‘al-Jazeera’ che “… Questa situazione non era qualcosa di totalmente inaspettato. Credo che questo sia un momento di profonda trasformazione per il Pakistan; è in corso il passaggio da un governo democratico ad un altro, per di più con la possibilità reale da parte dei cittadini di effettuare importanti scelte politiche, ma allo stesso tempo è impossibile non riconoscere la presenza di  gravi scismi all’interno dello Stato e all’interno della società”.
Ed ha aggiunto che “Da molto tempo il Pakistan ha dovuto affrontare queste minacce; ci sono gruppi e ci sono elementi che sono contro l’idea stessa della democrazia ed il loro strumento per minare le basi del processo di civilizzazione è il terrorismo”.
Le elezioni parlamentari in programma il prossimo 11 maggio segneranno per la prima volta il passaggio di potere tra due governi democraticamente eletti.

Musharraf
Pervez Musharraf fu l’ultimo capo di Stato di stampo militare. Salì al potere nel 1999 con un colpo di Stato prorogando il mandato fino al 2007 grazie a un referendum svoltosi nell’aprile 2002. Il 18 agosto del 2008, dopo essere stato accusato della violazione della Costituzione (alto tradimento) e dopo l’istituzione della misura di “impeachment”, Musharraf rassegnò le proprie dimissioni pur sempre dichiarandosi totalmente innocente.
A Musharraf successe Asif Ali Zardari, marito della ex primo ministro e co-presidente del PPP Benazir Bhutto, assassinata il 27 Dicembre del 2007. Nell’aprile del 2010, Zardari propose radicali riforme costituzionali volte a trasferire alcune competenze chiave dalla carica del presidente a quella del primo ministro.

Musharraf… a volte ritornano .
Nel frattempo, l’ex presidente Pervez Musharraf, che ancora riveste un ruolo capace di dividere l’opinione pubblica  pakistana, è tornato in Pakistan a marzo dopo quattro anni di esilio volontario nel quale si è spostato di continuo tra Dubai e Londra.
Egli ha insistito sul desiderio di voler salvare il Pakistan presentando il proprio partito alle prossime elezioni. Un tribunale ha pero deciso questo venerdì di procedere con l’arresto dell’ ex-capo di Stato, accusato di aver compiuto una serie di arresti illegali, durante il proprio mandato, nei confronti di alcuni giudici.

Prigione o morte.
Per Musharraf non vi sono solo problemi di natura legale: i talebani Pakistani, attraverso la diffusione di un video, hanno minacciato di morte l’ex presidente amico degli americani e lo hanno fatto sapere dell’eventualità che per portare a termine tale missione possano venire impiegati kamikaze e cecchini.
La colpa principale attribuita a Musharraf è stata quella di essersi alleato agli Stati Uniti in quella che è stata definita la “Guerra al terrore”.  Come se ciò non bastasse egli stesso ha recentemente ammesso di aver raggiunto un accordo segreto con la Cia per consentire agli Stati Uniti di far volare droni senza pilota nei cieli pakistani, una presa di posizione che ha fatto infuriare molti nel paese.