Palestina. Offensiva dell’esercito israeliano: si riaccende il conflitto palestinese

di Mohamed Ben Abdallah

Per il ministero della Difesa si tratta di “un’operazione limitata” finalizzata a catturare elementi palestinesi che negli ultimi mesi hanno mosso attacchi contro obiettivi israeliani, ma quanto sta accadendo in queste ore al campo campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, rischia di rendere incandescente il conflitto mai risolto a seguito dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi.
Sono oltre mille i soldati israeliani che hanno avviato contro il campo un vero e proprio attacco congiunto a forze aeree, un’aggressione che non si vedeva dal 2002 e che ha dato il via a violenti scontri che hanno portato già a una dozzina di vittime palestinesi, una sessantina i feriti di cui una ventina in modo grave. La resistenza palestinese è riuscita a fermare l’offensiva diretta al centro del campo distruggendo alcuni mezzi israeliani, ma sono oltre 10mila i palestinesi costretti con la forza ad abbandonare le loro case nelle zone periferiche dell’insediamento. Le autorità israeliane hanno reso noto dell’arresto di circa 120 giovani.
Il ministero della Salute palestinese ha invitato la Mezzaluna Rossa a fornire un passaggio sicuro per evacuare i feriti, dopo che si sono registrati episodi di militari israeliani che hanno bloccato l’afflusso delle ambulanze.
Sarebbero 150 i veicoli militari utilizzati dagli israeliani per circondare il campo-città di Jenin, e con essi vi sono bulldozer corazzati, ma si è saputo dell’impiego di droni finalizzati a distruggere le case di coloro che si oppongono all’avanzata dei militari. Quattro velivoli a controllo remoto sono stati abbattuti dai palestinesi.
Da quanto si è appreso da fonti locali, il battaglione palestinese “Jenin – Saraya al-Quds”, coadiuvato da fazioni della resistenza, è riuscito a tendere un’imboscata presso il quartiere al-Dajm, e a circondare militari israeliani, e nell’area è segnalato un continuo scambio di colpi a fuoco.
Da Gaza la “Joint Room” delle fazioni combattenti ha minacciato Israele di rispondere “in tutte le arene”, dichiarando di essere in uno “stato permanente di scontro”, ma l’esercito israeliano ha risposto di essere preparato a uno scenario di lancio di razzi da Gaza, osservando che i sistemi di difesa aerea sono in massima allerta, specialmente nel sud.
Il ministero degli Esteri palestinese ha chiesto “un’azione internazionale urgente per fermare immediatamente l’aggressione”, e ha invitato la Corte penale internazionale a “rompere il silenzio e a iniziare a ritenere responsabili i criminali di guerra israeliani”. “Ciò che il governo di occupazione sta facendo è un nuovo crimine di guerra contro il nostro popolo indifeso”, ha scritto in una nota. La Palestina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio della Lega degli Stati arabi per discutere “come affrontare la continua e crescente aggressione israeliana contro il popolo palestinese”.
L’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, ha annunciato l’interruzione del cooperazione per la sicurezza con Israele.
L’offensiva israeliana è stata condannata da tutto il mondo arabo e islamico, e il Qatar ha respinto “con la massima fermezza la ripetizione dell’aggressione dell’occupazione israeliana della città di Jenin e del suo accampamento”, considerando quanto sta accadendo come un nuovo episodio nella serie dei “continui attacchi dell’occupazione e dei suoi orribili crimini contro il popolo palestinese indifeso”. Condanna anche da Egitto, Giordania, Lega araba, Organizzazione per la cooperazione islamica e dal coordinatore dei Diritti umani delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Lynn Hastings.
La tensione è alle stelle, e già si registrano i primi episodi che potrebbero annunciare una nuova intifada: a Tel Aviv un giovane di 23 anni è riuscito a superare i posti di blocco e a compiere un attentato travolgendo con un pick-up sette individui alla fermata di un autobus, quindi è sceso dal mezzo e li ha accoltellati ferendoli prima di venire ucciso. Il fatto è stato rivendicato da Hamas. Sul posto è giunto il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir, ma la gente del posto ha protestato contro di lui per la mancanza di sicurezza.