“Pass Covid”. La Commissione sprona il Parlamento europeo, che a sua volta sprona la Commissione

di Enrico Oliari

La presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, ha spronato via Twitter le istituzioni europee ad adottare il passaporto vaccinale per i viaggi. Sul popolare social von der Leyen ha scitto che “i certificati digitali ci aiuteranno a riprendere viaggi sicuri e liberi nell’Ue. Il nostro obiettivo è renderli operativi entro l’estate. Invito il Parlamento europeo e il Consiglio ad adottare la nostra proposta e i Paesi dell’Ue a creare senza ritardo le infrastrutture necessarie”.
In realtà l’appello della presidente della Commissione arriva una settimana dopo che già il Parlamento europeo ha votato in materia, chiedendo a sua volta alla Commissione e al Consiglio europeo di dare il via libera al certificato digitale. Risale infatti al 25 marzo il voto, che ha visto 468 eurodeputati favorevoli, 203 contrari e 16 astensioni, con il quale è stata formulata la proposta con procedura d’urgenza alla Commissione di facilitare l’adozione entro l’estate del cosiddetto “Pass Covid”, che fornirebbe alcune informazioni sui viaggiatori quali la vaccinazione Covid-19, e/o un risultato negativo recente del test COVID-19, e/o eventuali precedenti infezioni da Ccovid-19.
Nel corso del dibattito diversi eurodeputati avevano evidenziato la necessità di introdurre forti garanzie per la protezione dei dati personali e medici, e avevano sottolineato che coloro che non fossero stati vaccinati non dovessero subire discriminazioni.
Nell’occasione il presidente della Commissione per le libertà civili (LIBE) Juan Fernando Lopez Auguilar (S&D, ES) aveva dichiarato che “Abbiamo bisogno del Certificato verde digitale per ristabilire la nostra fiducia nell’area Schengen, mentre proseguiamo la lotta contro la pandemia Covid-19. Il certificato non può essere una precondizione per la libera circolazione, perché questo è un diritto fondamentale Ue, e non può portare a discriminazioni contro gli individui che non ne sono in possesso. I dati dei cittadini devono essere protetti e solo quelli necessari devono essere inclusi nel certificato”.
E’ in corso quindi un rimpallo di sollecitazioni, mentre i cittadini europei, specialmente quelli vaccinati, attendono di potersi muovere liberamente non solo fra gli stati membri bensì anche nel proprio.