Ponte sul Golfo Persico: continua la cooperazione tra Iran e Cina

di Silvia Boltuc * –

Con la sua posizione strategica all’interno dello Stretto di Hormuz nel Golfo Persico, l’isola iraniana di Qeshm sta assumendo sempre più un ruolo di rilievo nella strategia economica iraniana. Il governo di Teheran ha da diversi anni istituito una Zona Economica Franca per attrarre investimenti e sviluppare la regione circostante. Parte del piano di sviluppo prevede la costruzione di una imponente opera ingegneristica, il ponte del Golfo Persico, che collegherà l’Iran continentale con Qeshm, la più grande isola dell’Asia occidentale.
La costruzione del ponte del Golfo Persico testimonia la crescente collaborazione tra Teheran e Pechino. A margine del 23° China International Investment and Trade Event (CIFIT 2023) tenutosi in Cina nel settembre 2023, infatti, ha avuto luogo un incontro tra il presidente dell’Organizzazione della Zona Economica Franca di Qeshm, il Presidente del consiglio di amministrazione della Qeshm Investment and Development ed il vicepresidente ed i dirigenti senior del gruppo cinese Xiamen Road & Bridge Construction.
L’incontro ha avuto luogo per beneficiare dell’esperienza di una delle principali aziende cinesi specializzate nella costruzione di strutture idriche. In particolare, Beijing ha realizzato un ponte monumentale fra l’isola di Xiamen e la vicina provincia del Fujian, molto simili a Qeshm e la provincia di Hormozgan dove verrà realizzato il ponte iraniano.
Il meeting mirava a sostenere il Piano di Rete Globale del Golfo Persico. Questo piano prevede lo sviluppo del porto di Kaveh (situato sull’isola di Qeshm di fronte al porto commerciale di Bandar Shahid Rajaee a Bandar Abbas) ed il miglioramento delle strade e delle ferrovie (accanto al ponte verranno creati 92 chilometri di autostrade e 86 chilometri di ferrovie, collegati alle linee di trasporto nazionali iraniane). Queste iniziative sono componenti vitali dei progetti strategici del Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC) sviluppato assieme alla Russia ed altri attori euroasiatici chiave.
Il 7 febbraio 2023, infine, a Qeshm è stata resa operativa, attraverso una cerimonia ufficiale, l’attuazione del ponte del Golfo Persico. Questa imponente infrastruttura è solo l’ultimo tassello di una collaborazione sino-iraniana in espansione. Durante il mandato dell’ex presidente Hassan Rouhani nel 2021, Iran e Cina hanno firmato un patto di cooperazione di 25 anni che copre i settori economici, militari e di sicurezza.
Seyyed Reza Seyed Aghazadeh, Direttore Generale dell’Ufficio Asia-Pacifico dell’Organizzazione per lo Sviluppo Commerciale, ha risposto a coloro i quali in Iran erano scettici sull’affidabilità della Cina come partner, sottolineando che con l’attivazione di questo accordo di cooperazione strategica l’Iran potrebbe presentare a Pechino i suoi progetti industriali e minerari, attirando potenzialmente importanti investitori. Ciò, a sua volta, potrebbe favorire lo sviluppo economico, aumentare i tassi di occupazione e affrontare le sfide economiche del Paese colpito dalle sanzioni occidentali.
Aghazadeh ha sottolineato l’importanza di riconoscere la Cina come la seconda potenza economica mondiale, che secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) nei prossimi anni potrebbe diventare la principale potenza economica mondiale. Ha altresì sottolineato che, data la tendenza globale dei paesi a cercare la collaborazione con la Pechino, perdere tali opportunità sarebbe dannoso per l’Iran e per il suo futuro progresso economico.
In risposta alle preoccupazioni sulla presunta diplomazia cinese basata sulla trappola del debito, il Presidente della Camera di commercio Iran-Cina ha chiarito che l’Iran non ha intenzione di vendere il suo territorio alla Cina. La Cina, infatti, è attivamente alla ricerca di una fonte energetica sicura e sostenibile per diversificare le proprie importazioni energetiche, con l’obiettivo di mitigare i potenziali rischi associati alle sanzioni statunitensi. Pertanto, il concetto proposto prevede l’offerta di petrolio e gas in cambio dello sviluppo delle infrastrutture. Questa strategia mira a facilitare la crescita dell’economia iraniana sotto sanzioni concentrandosi sul progresso dei suoi impianti. È fondamentale notare che questa forma di cooperazione con Pechino non implica la concessione di terre o suolo alla Cina.
Nonostante i negoziati sul nucleare rimangano una priorità per l’Iran, Teheran sta spostando i suoi interessi verso l’Asia. L’attuale governo ha sottolineato il regionalismo e l’integrazione all’interno delle reti di transito, trasporto ed energia eurasiatiche come strategie chiave da perseguire. Questi obiettivi sono in linea con l’accordo firmato con i cinesi, che inserisce l’Iran nella Belt and Road Initiative, un progetto infrastrutturale multimiliardario destinato ad estendersi dall’Asia orientale all’Europa.
Iran e Cina già collaborano in un quadro regionale, poiché entrambi sono membri all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e dei BRICS. Inoltre, la città iraniana di Semnan è un membro fondatore dell’Alleanza Internazionale del Turismo delle Città della Via della Seta.
È importante ricordare che nel 2022 il governo iraniano ha concesso alla Cina il permesso di istituire un consolato generale a Bandar Abbas, nella provincia di Hormozgan, situato nel sud dell’Iran. Hormozgan ha promosso un’ampia cooperazione con la Cina in diversi settori, in particolare nel trasporto marittimo e nella costruzione navale. Inoltre, un numero considerevole di cinesi risiede e conduce affari sull’isola di Qeshm. Viceversa, l’Iran mantiene tre uffici consolari in regioni distinte della Cina, in particolare a Shanghai, Guangzhou e Hong Kong.
Guardando al progetto del ponte del Golfo Persico, questo svolgerà un ruolo cruciale nel far avanzare l’INSTC e nel promuovere lo sviluppo globale dell’Iran meridionale.
L’INSTC, che si estende dal Mar Caspio e dall’Asia centrale all’India e attraversa lo Stretto di Hormuz, includerà l’isola di Qeshm, rafforzando così la Zona Economica Franca iraniana. Nello specifico, i porti russi di Makhachkala e Astrakhan, insieme al porto kazako di Aktau ed il porto di Baku in Azerbaigian, sono attualmente collegati al porto iraniano di Anzali e alla sua Zona Commerciale-Industriale Franca di Anzali nella regione del Mar Caspio. Grazie al Ponte del Golfo Persico, Qeshm entrerà a far parte della rete nazionale di corridoi di transito che collegano il porto di Anzali nel Caspio ai porti di Bandar Abbas e Chabahar sul Golfo di Oman.
Stabilire un collegamento con la terraferma sosterrà anche la crescita delle industrie e della produzione locale, consentendo l’esportazione di merci da questa regione. I principali progetti infrastrutturali, come porti mercantili e impianti chimici, compresi gli impianti di fornitura di GNL, potrebbero essere ampliati o sviluppati.
In considerazione di ciò, CIFIT 2023 è stato significativo per la cooperazione sino-iraniana per l’obiettivo di incoraggiare gli investimenti cinesi e facilitare le joint venture all’estero. All’evento hanno partecipato rappresentanti della Zona Franca di Qeshm, presentando oltre 90 pacchetti di investimento nei settori della logistica, del petrolio, dell’energia, della pesca e del turismo. La Cina possiede le risorse finanziarie e le competenze di cui Teheran ha bisogno. L’istituzione di un consolato cinese a Bandar Abbas dimostra la solidità e la potenzialità della collaborazione tra Iran e Cina. Anche se Teheran rimane aperta ad accogliere investimenti da parte dei paesi occidentali, il governo iraniano sta dando sempre più priorità all’impegno nei mercati e nei corridoi eurasiatici. Questo cambiamento comporta il progresso della diplomazia economica in Asia centrale, nella regione del Mar Caspio e nel Caucaso.

* Direttrice di SpecialEurasia.