Retata di jihadisti dell’Isis. A Merano crocevia, ‘uno molto attivo nel reclutamento’

di Enrico Oliari –

merano krekar grandeLa stretta collaborazione fra le autorità giudiziarie e di polizia di alcuni paesi europei, cioè di Italia, Gb, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da Eurojust, ha permesso di svelare un’organizzazione terroristica legata all’Isis con base in Iraq e che si rifaceva al predicatore islamico Krekar, fondatore del gruppo Ansar al-Islam e al momento recluso nel carcere di Kongsvinfger, in Norvegia.
Le indagini hanno potuto appurare che uno degli arrestati dai carabinieri del Ros, comandati dal generale Giuseppe Governale, era “particolarmente attivo nel reclutamento”, “sia attraverso internet, sia attraverso ‘lezioni’ che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti”.
Il suo nome è Abdul Rahman Nauroz, iracheno della Regione autonoma del Kurdistan, come altri 15 degli arrestati, mentre uno è di nazionalità kosovara. Con lui sono stati fermati altri tre individui nella cittadina sulle rive del Passirio, mentre due sono stati presi a Bolzano ed uno a Renon. Altre persone sono state arrestate state arrestate in Gran Bretagna, Norvegia ed in Svizzera, ma in quest’ultimo caso sembra che uno dei due jihadisti individuati sia morto in Siria. Il gruppo aveva come scopo l’istruzione dello Stato Islamico nel Kurdistan irq.
Obiettivo degli attentati erano probabilmente diplomatici e politici norvegesi e britannici al fine di chiedere la liberazione dell’imam Krekar, il cui vero nome  Najmuddin Farah Ahmad, di 59 anni, fondatore, come da sua ammissione, nel 2001 del gruppo qaedista e oggi scioltosi nell’Isis di Ansar al-Islam.
Gli investigatori hanno spiegato che Krekar “ha continuato a rappresentare la guida non solo ideologica dell’organizzazione, ma mantenendone anche la direzione strategica sulle questioni più importanti, quale la partecipazione al conflitto siriano o la decisione di allinearsi con Isis”. Per essere in contatto i terroristi usavano intentet, che “ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto con la propria guida spirituale”. L’organizzazione terroristica smantellata, ha sottolineato il Ros, “incarna l’evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale”, ma che si è rivelata “ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un’importantissima articolazione in Italia”.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano è intervenuto affermando che “Oggi è una bellissima giornata per lo Stato, per la squadra italiana. I Carabinieri dei Ros hanno compiuto una importantissima operazione anti terrorismo che testimonia quanto siano forti lo Stato e la cooperazione internazionale”. “Questa è la testimonianza – ha aggiunto – di quanto siamo in allerta e quando consideriamo insidiosa la minaccia del califfo. Siamo orgogliosi di come abbia funzionato il sistema di intelligence e sistema Italia”.
Il generale Governale ha puntualizzato in conferenza stampa che la data scelta per concludere le indagini non è casuale: è il “giorno della strage di Nassiriya, per ricordare i caduti”.