RUSSIA. Nonostante la pressione internazionale, potrebbe prolungarsi la detenzione dei Greenpeace

Notizie Geopolitiche –

d'alessandro christianNonostante la posizione dei trenta attivisti di Greenpeace si sia alleggerita, al momento le autorità di Mosca non vogliono cedere alla pressione internazionale (appelli di intellettuali e gente dello spettacolo) e quindi rilasciare i giovani: per quanto i termini di custodia preventiva scadano il 24 novembre, la reclusione potrebbe protrarsi per altri tre mesi. A riferirlo è Tatiana Vasilieva, portavoce di Greenpeace Russia, la quale ha riferito che il comitato investigativo esaminerà l’ipotesi di estensione della detenzione la prossima settimana.
Lo scorso 18 settembre i 30 attivisti si erano portati fin sotto la piattaforma petrolifera russa Prirazlomnaya, situata nel Mar di Pecora, parte del Mar Glaciale Artico a nord della Russia, utilizzando la rompighiaccio Arctic Sunrise: arrestati ed accusati in un primo momento di pirateria, articolo 227 del Codice penale che prevede fino a 15 anni di reclusione, si sono visti poi attenuare la  loro posizione grazie all’evidente intervento politico di Mosca.
Già il consigliere del Cremlino per i Diritti umani Mikhail Fedotov aveva affermato che le accuse mosse dal magistrato “sono ridicole”: “non c’è la minima base per parlare di pirateria – aveva detto Fedotov – . Avrebbero allo stesso modo potuto incriminarli per stupro di gruppo a danno della piattaforma”.
Attualmente sono accusati del reato di teppismo, che prevede comunque sette anni di reclusione. Fra gli arrestati, il 31enne napoletano Christian D’Alessandro.