Sahara marocchino: 3 milioni in piazza contro Ban Ki-moon

di Belkassem Yassine

Marocco manifestazione nazionalistaRABAT – Si è svolta oggi a Laayoune, nel Sahara marocchino, una seconda manifestazione per protestare contro l’uscita di Ban Ki-moon, il quale, in occasione della sua visita in Algeria, ha parlato di “Sahara occupato” dal Marocco; domenica scorsa si è tenuta a Rabat la prima grande manifestazione che ha visto scendere in piazza più di 3 milioni di persone in difesa dell’unità nazionale. La marcia è stata indetta dai partiti, dai sindacati e dale organizzazioni della società civile: il corteo è partito alle 10.00 del mattino, ed i partecipanti hanno formato una catena umana che ha attraversato le arterie principali della città gridando slogan patriottici e mostrando foto di re Mohammed VI e striscioni a favore dell’unità nazionale.
Il Marocco ha condannato nei giorni scorsi la posizione espressa dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “è con grande stupore che il governo marocchino rileva gli eccessi verbali e i gesti apparentemente ingiustificati del segretario generale delle Nazioni Unite durante la sua visita a Tindouf e Algeri”, si legge nella nota del governo, per cui viene espressa “la più viva protesta a seguito dei propositi formulati dal segretario generale dell’Onu sulla questione del Sahara. I suoi commenti a scopo politico appaiono inadeguati, senza precedenti negli annali e contrari alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Il Marocco ritiene, sia in termini di conduzione della visita che di contenuto delle dichiarazioni, che Ban Ki-moon abbia abbandonato la sua neutralità, oggettività e imparzialità”.
Marocco manifestazione fuoriLa manifestazione ha visto anche la massiccia partecipazione dei cittadini arrivati da diverse zone dal sud, est e nord del Marocco.
In Italia la Comunità marocchina ha scritto ai membri permanenti de Consiglio di Sicurezza dell’ONU una lettera in cui vengono denunciate i gravi scivoloni del capo dell’ONU. Il comunicato congiunto della RACMI e del FAT riporta che “Rifiutiamo categoricamente tale uscita, che rischierebbe di mettere in crisi la soluzione politica auspicata dall’ONU stessa”; viene inoltre precisato che “a nostro parere questo scivolone verbale va controcorrente, visto il rischio alterazione della realtà che potrebbe portare al clima dei negoziati che l’ONU sta faticosamente realizzare tra le parti: Marocco, Algeria, Polisario e Mauritania”.
RACMI e FAT invitano inoltre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU di fare pressione sull’Algeria, l’unico Stato responsabile del perdurare del conflitto del Sahara e della drammatica situazione in cui vivono le popolazioni nei campi, e paese che nega sistematicamente, insieme alle milizie dei separatisti Polisario, i diritti di queste persone per motivi egemonici nella regione e per tentare di destabilizzare il Marocco”.
RACMI e FAT sono quindi “esterrefatti di fronte a un atteggiamento parziale e ostile alla legalità internazionale che rischia di sabotare gli sforzi dell’ONU per pace e la sua neutralità, dichiarazioni che non hanno né riscontri oggettivi né impatto positivo sul processo di pace iniziato dall’ONU stesso, né sulle attese di pace nel Sahel, Nord Africa, Mediterraneo e nel mondo in generale”.