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Si terrà domenica 24 marzo la manifestazione di protesta contro la Nato organizzata dal leader ultranazonalista serbo Vojislav Seselj e dal suo Partito radicale serbo (Srs) per il ventesimo anniversario dall’inizio dei bombardamenti dell’Alleanza Atlantica contro il paese balcanico in risposta all’intervento delle forze di Belgrado, guidate dall’allora presidente Slobodan Milosevic, nella regione del Kosovo.
Anche questa volta, come domenica scorsa, il corteo si dirigerà verso il palazzo presidenziale di fronte al quale è previsto un comizio dello stesso Seselj che pronuncerà probabilmente un discorso carico di critiche sia contro la Nato sia contro il governo secessionista kosovaro.
Nella città meridionale di Nis sono invece previste per lo stesso giorno le cerimonie ufficiali, alle quali presenzierà il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e che, prevedibilmente, avranno toni molto più moderati.
A 20 anni dall’inizio dei raid Nato, conclusisi con la sconfitta di Belgrado, la ferita è ancora aperta e le conseguenza principale è stata la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo nel 2008, un fatto che ha creato una situazione di tensione nei Balcani occidentali, con da una parte la Serbia e il suo alleato russo che affermano che non riconosceranno mai la regione secessionista e dall’altra Stati Uniti e Unione Europea che già considerano il Kosovo uno stato sovrano a tutti gli effetti.
