SIRIA. A rilento le operazioni di smaltimento delle armi chimiche

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imageProcedono a rilento le operazioni di presa in carico dell’arsenale chimico siriano, al punto che difficilmente verrà rispettato il termine di giugno per la distruzione dei veleni tossici: al momento solo l’11% delle armi chimiche sono state caricate sulle navi scandinave che le consegneranno all’attrezzata statunitense Cape Ray nel porto di Gioia Tauro. L’ammontare complessivo degli agenti chimici è stato stimato in 700 tonnellate di agenti tossici e in 500 di precursori (ovvero dei reagenti che vanno mescolati per rendere letali i veleni), mentre le 122 tonnellate di alcool isopropilico, prodotto molto comune in quanto utilizzato nella quotidianità un po’ ovunque, rimarranno nel paese.
La scadenza più prossima è quella di marzo, per la quale il viceministro degli Esteri russo Ghennady Gatilov aveva dato assicurazioni, pur riscontrando che effettivamente “ci sono difficoltà legate alla necessità di garantire la sicurezza per questa operazione”; entro quel mese dovrebbero essere distrutti sul territorio siriano agenti chimici come il sarin e il gas mostarda.
Nel frattempo è iniziato il rimpallo delle responsabilità per il ritardo: il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e il capo della missione congiunta Onu-Opac, Sigrid Kaag, si sono detti fiduciosi che la scadenza sarà rispettata ma in realtà ciò è “improbabile”, a meno che il governo siriano si riveli in grado di organizzare decine di carichi nelle prossime settimane.