Siria. Al via gli attacchi aerei russi. A New York si lavora per un coordinamento che ancora non c’è

di Enrico Oliari

Caccia russo grandeGli aerei russi hanno dato il via ai bombardamenti su obiettivi dell’Isis, individuati dai droni e da un meticoloso lavoro di intelligence sul territorio. Il tutto mentre a New York prosegue il confronto fra Washington e Mosca per una situazione che è delicatissima, tanto che una fonte Usa ha fatto sapere che il Pentagono sta ignorando l’invito del comando russo a lasciare liberi i corridoi sulla Siria, per cui gli aerei della coalizione anti-isis, che vede, oltre ai caccia Usa anche quelli di altri paesi fra i quali l’Arabia Saudita, il Qatar, l’Australia, la Giordania, l’Egitto e da qualche giorno la Francia, continuano le loro missioni “normalmente”.
Il generale Yuri Yakubov ha riferito all’agenzia Interfax che la potenza di fuoco russa viene coordinata dal centro informazioni istallato a Baghdad e coordinato direttamente dal ministero della Difesa russo: al momento, specie dopo il rigido testa a testa fra Vladimir Puin e Barak Obama, non è in previsione un intervento via terra, per cui i militari e i mezzi inviati in Siria restano chiusi nelle basi di Tartus (presente nel paese fin dai tempi dell’Unione Sovietica) e di Latakia, preparata nelle ultime settimane e comunque non stabile.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha comunicato che “Il nostro principale obiettivo consiste nella lotta al terrorismo e all’estremismo, ma anche nell’appoggio alle autorità legittime in Siria”.
La permanenza di Bashar al-Assad, alleato di Russia e Iran, resta il pomo della discordia, e se all’assemblea delle Nazioni Unite Obama ha dichiarato che il presidente siriano “è un tiranno che ha ucciso donne e bambini, se ne deve andare”, Putin nella stessa sede ha detto che “è necessario fornire assistenza completa al governo legittimo in Siria, l’unico che sta combattendo l’Isis sul territorio”.
Il portavoce dell’ambasciata Usa a Mosca, William Stevens, ha affermato oggi rispondendo ad un’intervista della Ria Novosti che “Il presidente al-Assad non è un partner accettabile nella lotta al terrore e all’estremismo in Siria”, ma ha aggiunto che “Putin e Obama si sono intesi sul fatto che Stati Uniti e Russia hanno interessi comuni nella lotta contro l’Isis in Siria. Concordano sulla necessità di creare un canale di comunicazione tra i nostri militari per evitare incomprensioni tra i membri della coalizione (guidata dagli Usa) e dalla Russia”.
Al Palazzo di vetro è al lavoro il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in una commissione “contro la minaccia terroristica” in Siria e in Iraq, ma si parla anche dell’emergenza profughi, dal momento che sono 11 milioni i siriani che hanno lasciato le loro case in cerca di sicurezza.
L’Osservatorio siriano per i Diritti umani, organizzazione vicina alle opposizioni e con sede a Londra, ma che ha già dato prova di avere il polso della situazione, ha riferito di un recente attacco degli aerei francesi su un obiettivo dello Stato Islamico che ha portato alla morte di una trentina di jihadisti, “di cui 12 bambini soldato”.