Siria. Il governo pronto a prendere parte ai colloqui di pace voluti dall’Onu

di Viviana D’nofrio

Al-muallem Wallid grandeIl governo siriano è pronto a prendere parte ai colloqui di pace in sede Onu finalizzati a giungere ad un cessate-il-fuoco, premessa indispensabile per porre fine alla sanguinosa guerra civile che sta devastando il Paese mediorientale da ormai cinque anni.
Lo ha riferito il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem nel corso di una visita ufficiale a Pechino.
Il ministro ha tuttavia sottolineato che “La Siria è pronta a partecipare al dialogo inter-siriano a Ginevra senza alcuna interferenza straniera”.
La scorsa settimana il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione volta a dare inizio ai negoziati di pace tra il governo siriano e le opposizioni.
L’accordo per la transizione politica in Siria prevede l’avvio di una road map che dovrebbe condurre, nell’arco di 6 mesi, alla creazione di un governo di transizione, alla definizione di un calendario per la stesura di una nuova Costituzione ed allo svolgimento entro 18 mesi di nuove libere elezioni sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Il Consiglio di Sicurezza ha infatti invitato il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon a convocare il governo ed i rappresentanti dell’opposizione siriana per dare avvio, all’inizio di gennaio 2016, ai negoziati formali finalizzati a condurre ad una transizione politica in Siria come primo passo verso una pace duratura.
Il Consiglio ha inoltre riconosciuto lo stretto legame esistente tra il “cessate-il-fuoco“ ed il processo politico da portare avanti nel paese mediorientale, prevedendo che il primo debba entrare in vigore non appena le parti del conflitto avranno iniziato a muovere i primi passi verso una transizione politica sotto l’egida dell’Onu.
La risoluzione ha inoltre ribadito i precedenti appelli rivolti agli Stati membri finalizzati a combatetre gli atti terroristici messi in atto dallo Stato Islamico (Isis), dal Fronte al-Nusra nonchè da tutti gli altri gruppi terroristici.
Il Consiglio di sicurezza ha anche invitato le parti del conflitto a consentire immediatamente l’accesso rapido e sicuro in tutta la Siria agli aiuti umanitari oltre che a cessare immediatamente gli attacchi contro i civili, sottolineando, infine, la “necessità di creare le dovute condizioni per il ritorno sicuro e volontario di rifugiati e sfollati alle loro case“.
Soddisfazione per l’intesa raggiunta a New York è stata espressa da Ban Ki-moon, secondo il quale la risoluzione sull’avvio del processo di pace in Siria costituisce “un passo molto importante“.
“Vediamo un paese in rovina – ha aggiunto il segretario generale – milioni di suoi abitanti sparsi per il mondo, ed un turbinio di radicalismo e di settarismo che sfida la sicurezza regionale e globale“.
La risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite costituisce un primo passo, molto ambizioso, verso la possibile risoluzione di un conflitto sanguinoso che ha finora provocato cebtinaia di migliaia tra vittime e profughi e che costituisce un significativo fattore di instabilità per tutta l’area mediorientale.
Il conflitto armato in Siria ha avuto inizio nel 2011 con le proteste anti-governative, poi degenerate in una guerra civile su vasta scala.
Oltre 250mila persone sono morte in quasi cinque anni di guerra tra le forze leali al presidente Bashar al-Assad e coloro che vi si oppongono; più di 11 milioni di persone sono state costrette ad allontanarsi dalle loro case per sfuggire alla violenza dilagante nel Paese.
In un contesto così drammatico, la disponibilità mostrata dal governo siriano nei confronti degli sforzi finalizzati a pacificare un Paese ormai allo stremo va, senza dubbio, considerata come un segnale positivo.
La speranza che si possa finalmente arrivare ad una soluzione del conflitto siriano è stata espressa dallo stesso ministro degli Esteri di al-Assad. “La nostra delegazione sarà pronta non appena avremo ricevuto una lista della delegazione dell’opposizione”, ha affermato il ministro nel corso dell’incontro di Pechino. “Ci auguriamo che questo dialogo abbia successo nell‘aiutarci ad avere un governo di unità nazionale“.

Nella foto: il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem.