Siria. Kerry, ‘vicini all’accordo per la tregua’. al-Assad, ‘se il paese sarà sicuro, avrò fatto il mio dovere’

di Ehsan Soltani

Al-assad basharVi sarebbe un “accordo provvisorio” per cessare le ostilità in Siria. Lo ha reso noto il segretario si Stato Usa John Kerry dalla sua visita in Giordania, il quale ha spiegato che i vari attori sarebbero propensi ad accettare le modalità di un cessate-il-fuoco, aggiungendo che “oggi la Siria è più vicina che mai in passato a un cessate-il-fuoco”.
Sulllo spagnolo El Pais il presidente siriano Bashar al-Assad ha detto, pur premettendo che “non intendo dire che sarò presidente per altri 10 anni”, che “Se tra 10 anni la Siria sarà salva e sicura, e se sarò io ad aver salvato il paese, allora potrò dire di aver fatto il mio lavoro e il mio dovere”.
La questione dell’estromissione dal potere di al-Assad è una delle condizioni per la tregua poste dai ribelli, ed il presidente siriano ha ancora una volta ribadito che “se i siriani vogliono che io sia al potere, ci sarò. Se non mi vogliono non posso farci nulla. Vorrebbe dire che non posso aiutare il mio paese, e allora dovrò lasciare”.
La posizione della Russia, ribadita anche di recente dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, è quella che al-Assad mantenga il potere fino a che non si sia stabilizzata la situazione, onde evitare un vuoto e quindi che si crei il caos come già avvenuto in Libia.
Intanto a Homs vi è stato l’ennesimo attentato, costato la vita a 46 persone di cui 28 civili: due autobombe sono esplose nel quartiere filo-al-Assad di Zahraa.