SIRIA. Raid sui miliziani entrati a Kobane. Intervento turco: al-Muallem scrive all’Onu

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al-muallim walidDopo gli intensi scontri che hanno portato i jihadisti dell’Isil ad entrare nella porzione sud-orientale di Kobane, la città strategica curdo-siriana che da settimane sta resistendo con ogni sforzo all’avanzata del Califfato, gli aerei della coalizione internazionale hanno colpito in diversi raid almeno quattro aree lungo il fronte sud e sud-orientale della città, distruggendo attrezzature militari dei miliziani.
Ieri il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallem, si è rivolto per iscritto all’Onu e al Consiglio di Sicurezza per far notare che un eventuale intervento diretto in Siria da parte della Turchia rappresenterebbe una palese infrazione del Diritto internazionale: è stato lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan a chiedere in modo indiretto al Parlamento di Ankara di autorizzare l’intervento della Turchia a fianco della coalizione internazionale, tuttavia dopo aver permesso il passaggio dei combattenti jihadisti nordafricani ed occidentali sul proprio territorio, come pure delle armi e di quant’altro utile all’Isil. Erdogan, che nel suo intervento ha comunque annunciato la priorità di cambiare il governo siriano, ha già fatto disporre 10mila militari turchi lungo il confine con la Siria, nei pressi di Kobane.
Nelle missive al-Muallem scrive che “ l’approccio annunciato del governo turco costituisce una violazione flagrante della Carta delle Nazioni Unite, che prevede il rispetto della sovranità nazionale e la non interferenza affari interni, e che esso costituirebbe un atto chiaro di aggressione contro uno stato sovrano e membro fondatore dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, e quindi la comunità internazionale, e in particolare il Consiglio di Sicurezza, sono chiamati ad agire per porre fine alle avventure della leadership turca, che rappresentano una minaccia per la sicurezza e la pace regionale e internazionale”.