Suriname. Risultati ancora incerti per l’NDP e il presidente Bouterse

di Alberto Galvi

Lo scorso 25 maggio i surinamesi sono andati a votare per i membri dell’Assemblea nazionale, che a loro volta eleggeranno il presidente e il vice-presidente del paese sudamericano. L’Assemblea nazionale è composta da 51 membri eletti direttamente nelle circoscrizioni plurinominali con voto di rappresentanza proporzionale dell’elenco dei partiti per un mandato di 5 anni.
In questa tornata elettorale si deciderà anche se il presidente Dési Bouterse del partito NDP (National Democratic Party), che è stato dichiarato colpevole di omicidio e condannato a 20 anni di carcere, continuerà o meno a essere il leader del paese.
Inoltre un tribunale olandese lo aveva condannato a 11 anni di prigione nel 1999 con l’accusa di traffico internazionale di droga, ma nessun paese ha tentato di arrestarlo nei Paesi Bassi attraverso un mandato di estradizione internazionale.
Ricordiamo che il Suriname divenne una colonia olandese nel 1667. I Paesi Bassi garantirono l’indipendenza della colonia nel 1975. Il governo civile 5 anni dopo fu sostituito da un regime militare con il presidente Dési Bouterse che presto dichiarò il Suriname una repubblica socialista di cui ha continuato a esercitare il controllo fino al 1987, per poi tornare al potere nelle elezioni del 2010.
Il Suriname è un paese di lingua olandese composto da 600mila persone che discendono da schiavi africani e braccianti indiani e giavanesi portati dagli olandesi a lavorare in agricoltura ed è situato nella parte nord-orientale del Sudamerica.
Il Suriname è uno degli Stati più etnicamente diversi della regione e in questa tornata elettorale avevano la facoltà di votare circa 380mila persone. La maggior parte dei partiti politici di questo paese sudamericano sono stati fondati su base etnica.
In questa tornata elettorale nel paese sudamericano sono state adottate delle misure contro il contagio da Covid-19. Gli elettori si sono distanziati di 1,5 metri ciascuno, allineandosi prima dell’apertura delle urne.
I principali partiti oltre all’NDP del presidente Bouterse sono: SPA (Surinamese Labor Party), DOE (Party for Democracy and Development in Unity), PALU (Progressive Workers’ and Farmers’ Union) e VHP (Progressive Reform Party).
Ricordiamo che il presidente richiede che sia eletto con i 2/3 dei voti, mentre il partito o una coalizione hanno bisogno solo di una maggioranza semplice per prendere il controllo dell’Assemblea nazionale.
L’economia del Suriname è in crisi, ma Bouterse spera che la recente scoperta di petrolio al largo della costa atlantica del paese possa portarla ad un suo rilancio. Negli ultimi anni l’economia del piccolo paese sudamericano è stata dominata dall’industria mineraria, rendendola altamente vulnerabile alla volatilità dei suoi prezzi. Infatti le esportazioni di petrolio e oro rappresentano la maggior parte delle entrate del governo.
Bouterse ha dichiarato di essere fiducioso di vincere un terzo mandato consecutivo. Il 79enne presidente attende ora il suo appello in aula contro la sua condanna, che dovrebbe essere ascoltato a giugno.
Per ora non sono ancora emersi sufficienti risultati per capire chi abbia vinto queste elezioni. Per il momento si sa soltanto che il principale leader dell’opposizione Chan Santokhi, del partito VHP ha corso da solo in questa tornata elettorale senza allearsi con nessun altro partito e che l’NDP perderà dei seggi nell’Assemblea nazionale. Il presidente in carica Bouterse ha comunque buone probabilità di rimanere al potere a causa della frammentazione dei partiti dell’opposizione.