Tensione fra Turchia e Siria dopo l’abbattimento del jet. Possibile risposta a quello turco colpito nel 2012

di Guido Keller –

siria aereo abbattutoSale la tensione fra la Turchia e la Siria dopo l’abbattimento ieri da parte dell’aviazione di Ankara di un jet di Damasco impegnato in un’azione contro i ribelli nel nord della Siria: secondo il governo turco il velivolo aveva sconfinato, ma la dinamica dell’incidente non è del tutto chiara, anche perché l’Osservatorio siriano dei diritti umani, vicino agli insorti e con sede a Londra, ha comunicato che il velivolo “Ha preso fuoco ed è caduto in territorio siriano”.
Secondo la Turchia il superamento del limite dello spazio aereo da parte di due Mig-23 siriani sarebbe avvenuto almeno “quattro volte” e solo dopo l’aviazione turca avrebbe fatto decollare i propri F-16 abbattendo uno dei due caccia.
Le autorità siriane non ci stanno ed insistono nel sostenere che il velivolo abbattuto non aveva sforato lo spazio aereo, al punto che il governo di Damasco ha parlato di “flagrante atto di aggressione che dimostra il sostegno di Erdogan ai gruppi terroristici, nel quale la difesa antiaerea turca ha abbattuto un aereo militare siriano che stava combattendo i terroristi a Kasab, in territorio siriano”.
Anche il pilota, che è riuscito a gettarsi ed a salvarsi, ha riferito in un’intervista
dal letto dell’ospedale siriano dove si trova per accertamenti di essere stato colpito nel territorio siriano, in quanto la sua missione prevedeva un’azione con un margine di 7 km. dal confine.
Intervenendo ad un comizio elettorale il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha gettato benzina sul fuoco sostenendo che “Un aereo siriano ha violato il nostro spazio aereo. I nostri F-16 si sono levati in volo e lo hanno abbattuto. Perché? Perché se voi violate il mio spazio aereo, la nostra risposta sarà pesante”.
Quanto accaduto non rappresenta tuttavia una novità nel quadro degli scontri che sono in corso nel nord della Siria, anche perché la Turchia sostiene e finanzia gli insorti e addirittura chiude un occhio sui molti jihadisti legati ad al-Qaeda che entrano in Siria dal confine settentrionale, i quali ricevono così un vero e proprio supporto da parte di Ankara: il 17 settembre dello scorso anno la contraerea turca ha abbattuto un elicottero siriano MI-17 di fabbricazione russa che si trovava per due chilometri nel suo spazio aereo e nel luglio 2012 gli F-16 turchi si sono alzati in volo in risposta ad elicotteri siriani in avvicinamento al confine, per quanto in quel caso non c’era stata violazione dello spazio aereo.
Tuttavia è del giugno 2012 l’incidente più rilevante: in quel caso era stata la contraerea siriana ad abbattere un F4 turco che si era avvicinato troppo allo spazio aereo di Damasco, anche se il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu aveva spiegato alla televisione TRT Haber che i velivolo ”non era coinvolto in alcuna operazione contro la Siria ed era disarmato”, che si trovava a una distanza di 13 miglia dalla costa siriana” e che i militari di Damasco ”sapevano a che paese apparteneva l’aereo dalla sua sagoma, dai colori e dalla traccia di volo”.
Nonostante le pronte scuse dalla parte siriana, la Turchia aveva cercato di trasformare l’incidente in un “casus belli”, arrivando a chiedere ed a ottenere la riunione del Consiglio Atlantico della Nato, di cui il paese fa parte dal 1952.
Il caso venne archiviato, anche per non innescare una pericolosa escalation e per non dare alla Russia, presente nella città siriana Tartus con una base fornitissima di aerei, navi, lanciamissili, mezzi blindati e sottomarini, l’occasione di intervenire.
Appare però evidente che quanto accaduto ieri sia in qualche modo la risposta all’abbattimento dell’aereo turco nel 2012, in un contesto che vede l’opinione pubblica mondiale non disposta, com’era allora, ad appoggiare ad occhi chiusi un’opposizione siriana alleata fino a poco fa di gruppi jihadisti come Jabar al-Nusra e l’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante): è un controsenso che al cittadino medio si chieda di combattere idealmente e culturalmente al-Qaeda in Afghanistan, ma di appoggiarla in Siria.