Togo. I parlamentari hanno approvato modifiche alla costituzione

di Alberto Galvi

I parlamentari del Togo hanno approvato modifiche alla costituzione legate ai limiti del mandato presidenziale e alle modalità di elezione dei presidenti. Il Parlamento del Togo aveva già adottato gli emendamenti il 25 marzo, ma le riforme hanno provocato una reazione negativa da parte dell’opposizione. Alcuni politici dell’opposizione e gruppi della società civile hanno denunciato le modifiche come un colpo di Stato costituzionale. Il presidente Faure Gnassingbe, che è al potere dal 2005 dopo essere succeduto al padre, ha governato il Togo per quasi quattro decenni.
E’ stato lo stesso Faure Gnassingbe a chiedere ulteriori consultazioni e un secondo voto parlamentare. La riforma è stata approvata pochi giorni prima delle elezioni legislative del 29 aprile, anch’esse rinviate a causa delle questioni legate agli emendamenti costituzionali. In seconda lettura tutti gli 87 politici presenti hanno approvato il nuovo sistema, secondo il quale il presidente non sarà più eletto a suffragio universale, ma dai deputati.
Gli emendamenti hanno anche introdotto un sistema di governo parlamentare e ridotto i mandati presidenziali a quattro anni da cinque, con un limite di due mandati. La nuova costituzione crea anche un nuovo ruolo, quello di presidente del Consiglio dei ministri, con ampia autorità nella gestione degli affari di governo. La riforma non considera il tempo già trascorso in carica, per cui potrebbe consentire a Gnassingbe di rimanere al potere fino al 2033, se verrà rieletto nel 2025, uno scenario altamente probabile dato che il suo partito controlla il Parlamento. Coloro che si oppongono ai cambiamenti temono che possano consentire ulteriori estensioni del mandato presidenziale, durato complessivamente 19 anni, e del controllo del potere da parte della sua famiglia. Suo padre e predecessore Gnassingbe Eyadema prese il potere nel paese costiero dell’Africa occidentale con un colpo di stato nel 1967.
Negli ultimi anni diversi altri paesi africani, tra cui la Repubblica Centrafricana, il Ruanda, la Repubblica del Congo, la Costa d’Avorio e la Guinea, hanno promosso modifiche costituzionali e altre modifiche legali consentendo ai presidenti di estendere il loro mandato. Negli ultimi tre anni la regione dell’Africa occidentale e centrale è stata testimone di otto colpi di Stato militari.