Tribuna. Israele e Usa si preparano alla guerra. E si professano ‘portatori di pace’

di Gaetano de Pinto –

L’intelligence russa sostiene che Israele stia mobilitando la propria aviazione in vista di un imminente attacco aereo nei confronti dell’Iran.
Non è lo scenario di un romanzo o un’ipotesi fantasiosa, ma la realtà come riportata dal quotidiano russo Kommersant.
Israele minaccia una guerra totale, forse con l’appoggio degli USA, accusando gli iraniani di voler costruire la bomba atomica e quindi di rappresentare una  grave minaccia per la stessa esistenza dello stato israeliano.
Una tesi, questa, a dir poco ridicola, visto che l’Iran non ha mai avuto nè la possibilità economica, nè la volontà politica, nè gli strumenti tecnico-scientifici per produrre l’arma nucleare.
Le ispezioni che ci sono state dell’agenzia nucleare delle nazioni Unite, hanno sempre accertato che i piani nucleari iraniani hanno il solo scopo civile, ossia la produzione di energia elettrica.
Ma allora chi mente? Mentono gli scienziati dell’AIEA, quando affermano la valenza civile del programma atomico iraniano, o mentono i difensori della pace Israelo-americani?
Non è un caso che la notizia di un possibile attacco arrivi a poche ore dalla chiusura dei rubinetti del gas da parte dell’Egitto. Il nuovo asse mediorientale tra i paesi della “Primavera Araba” e lo stato islamico dell’Iran, non rappresenta nessuna minaccia per l’esistenza di Israele, cosa che ben sanno gli stessi israeliani e soprattutto gli americani. Ma allora perchè un’altra guerra? Forse la minaccia più grave alle porte di Israele è quella economica? Se così fosse, la guerra all’Iran altro non sarebbe che un vile atto intimidatorio verso tutti i “fornitori” di materie prime che porterebbe il paese filo-occidentale sull’orlo della bancarotta.
‘Le guerre da sempre si combattono per estinguere i debiti o per evitarne la loro formazione’, così disse Paund in un suo famoso discorso alla radio americana nel 1941, prima che gli USA entrassero in guerra.
Oggi, a distanza di molti decenni questo teorema è attualissimo. Dopo la neo-colonizzazione francese della Libia e dopo il tentativo di destabilizzare tutta l’area nord-africana da parte della comunità internazionale (quella per intenderci che esporta diritti in tutto il mondo con le bombe), ci si rende conto che il tentativo di uscire dalla crisi economica che affligge Ue e Usa, sfruttando le fibrillazioni di quei paese per arricchirsi (come successo in Iraq) è fallita. Allora non resta altro che il ritorno alle armi. Il tentativo
diplomatico di impadronirsi di quelle terre, sfruttandole come sempre successo in Africa, non ha funzionato. Fuoco alle fiamme allora, ricordando però ai governanti israeliani che di fronte non hanno i palestinesi che lanciano petardi, ma nazioni organizzate, abituate alle guerre e agli americani.
Eppure il loro primo cittadino è un premio Nobel per la Pace, termine questo forse sconosciuto ad un Occidente sempre più belligerante e privo di visione futura pacifica.