Tunisia. Il governo di Habib Jemli è in stallo in attesa del voto parlamentare

di Alberto Galvi

Il primo ministro tunisino designato Habib Jemli ha annunciato la formazione del suo nuovo governo al presidente Kais Saied. Jemli ha consultato per 2 mesi partiti, sindacati e altre figure istituzionali senza riuscire a formare una coalizione. Il nuovo premier ha inoltre accusato il primo ministro uscente Youssef Chahed di aver ceduto troppo all’IMF (International Monetary Fund), senza ottenere risultati significativi dal punto di vista economico.
Il governo sarà sottoposto al Parlamento per un voto di fiducia. Il gabinetto è composto da 42 membri di cui 28 ministri e 14 sottosegretari di stato. I principali ministri di questo governo sono: Sofien Sliti agli Interni, Hédi Gdiri alla Giustizia, Imed Daouich alla Difesa, Khaled Shili agli Esteri, Abderahman Khachtali alle Finanze, Béchir Zaâfouri al Commercio e Kamel Hajjam all’Istruzione.
Il governo per essere approvato dal Parlamento deve ora ottenere la maggioranza di 109 seggi su un totale di 217. L’organo legislativo tunisino è formato dai seguenti partiti: Ennahdha 52 seggi, HT (Heart of Tunisia) con 38 seggi, DC (Democratic Current) 22 seggi, DC (Dignity Coalition) 21 seggi, FDP (Free Destourian Party) 17 seggi, PM (People’s Movement) 15 seggi, TT (Tahya Tounes) 14 seggi e MT (Machrouu Tounes) 4 seggi. Sono trascorsi quasi 3 mesi da quando questo Parlamento è stato eletto e ne è uscito profondamente fratturato, con molte difficoltà a costruire una coalizione in grado di approvare un voto di fiducia.
Di questi partiti il Democratic Current e il People’s Movement hanno rinunciato a unirsi al governo, perchè non hanno ottenuto i ministeri chiave richiesti, tra cui la Giustizia e l’Interno. Altri partiti temono di essere associati al partito Ennahdha, che negli ultimi anni è già stato direttamente o indirettamente al potere senza riuscire a far decollare l’economia e a soddisfare le aspettative alimentate dalla rivoluzione del 2011.
La data per il voto di fiducia in Parlamento non è stata ancora fissata, ma secondo la Costituzione tunisina se il governo non la ottenesse, il presidente Kais Saied avvierà le consultazioni entro 10 giorni con i partiti politici e i gruppi parlamentari, al fine di affidare la formazione di un governo ad un’altra persona entro il tempo massimo di un mese. Il ritardo nell’assunzione di un governo rischia di ritardare ulteriormente le riforme essenziali per rilanciare l’economia nazionale.
Il governo tunisino uscente per ridurre il disavanzo pubblico ha effettuato dei dolorosi tagli alla spesa, ma l’lMF e altri istituti di credito stranieri stanno cercando di attuare ulteriori riforme fiscali. Intanto la disoccupazione continua a colpire la popolazione, in particolare i giovani, mentre l’inflazione sta erodendo un potere d’acquisto sempre più basso.
Jemli ha tempo fino al 14 gennaio prossimo, secondo la Costituzione, per presentare al Parlamento l’elenco dei ministri e dei sottosegretari del suo governo. Nel frattempo il Parlamento è riuscito a votare la legge di bilancio, mentre il governo uscente sta gestendo gli affari correnti. Dopo 8 anni dalla rivoluzione che ha posto fine alla dittatura di Zine El Abidine Ben Ali, la Tunisia deve ancora affrontare ancora molte sfide per raggiungere appieno la democrazia.