Tunisia. Per Ennahda l’escissione è un intervento estetico

di Enrico Oliari  –

Si spiega oggi l’assenza della Tunisia alla Conferenza internazionale per l’azzeramento delle mutilazioni genitali femminili, svoltasi a Roma dal 3 al 5 febbraio grazie all’impegno dell’ong “Non c’è pace senza giustizia”, del Partito Radicale, in collaborazione con la Coalizione per la messa al bando mondiale delle mutilazioni genitali femminili (mgf), con il patrocinio del Senato e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri dell’Italia: erano presenti i rappresentanti di diversi paesi africani e non, tra i quali il Benin, il Burkina Faso, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Costa d’Avorio, Gibuti, l’Egitto, il Gambia, il Ghana, la Guinea, l’Indonesia, il Kenia, il Mali, la Mauritania, il Niger, la Somalia, il Senegal, il Togo e l’Uganda, ma da Tunisi non era arrivato nessuno a testimoniare l’impegno del paese contro le mutilazioni genitali femminili.
La cosa si è spiegata oggi con l’uscita di Habib Ellouz, uno dei massimi esponenti del partito islamico-moderato al governo del paese africano, il quale ha affermato in un’intervista ad un quotidiano tunisino che “l’escissione non è una mutilazione genitale, ma solo un intervento di chirurgia estetica”. Per Ellouz, che è stato uno degli artefici della contro-manifestazione di Ennahda al milione e mezzo di persone che ha partecipato alle esequie di Chokri Belaid, “l’escissione è un trattamento medico eseguito sulle donne che vivono nelle regioni più calde, non un intervento per privarle del piacere sessuale”.
Ellouz dimentica che le 140 milioni di donne che hanno subito la mutilazione genitale e le 30 milioni a rischio ogni anno sono quasi tutte bambine e che a loro non è dato scegliere se praticare quello che lui ritiene un intervento estetico.
La presa di posizione di oggi, come la proposta del suo partito di introdurre nella Costituzione la complementarietà e non l’uguaglianza della donna (poi ritirato) dimostra il grado di misoginia che trova spazio in taluni partiti confessionali islamici che pure si definiscono “moderati”.