Ucraina. Arrivano le bombe a grappolo made in Usa

di Mohamed Ben Abdallah

“La decisione è stata molto difficile”. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito la sua decisione di approvare la fornitura delle famigerate bombe a grappolo per rispondere alla richiesta dell’Ucraina, parte di un nuovo pacchetto di aiuti militari stimato in 800 milioni di dollari. Il contrattacco ucraino nel Donbass sembra infatti rallentato, e i vertici di Kiev hanno denunciato la scarsità di munizioni e la difficoltà nel procedere con i combattimenti. Dal Pentagono è stato fatto sapere che “Forniremo a Kiev bombe a grappolo, dal momento che i risultati del contrattacco sono inferiori alle nostre aspettative e dobbiamo assicurarci che gli ucraini dispongano di tutti gli strumenti necessari”.
I bisogni dell’artiglieria ucraina sono stimati fra i 7mila e i 9mila colpi al giorno, ma le bombe a grappolo sono proibite da una specifica convenzione dell’Onu per gli effetti deleteri sulla popolazione civile, dal momento che rappresentano una minaccia anche anni dopo la fine dei combattimenti.
In tutto il mondo si è levato un coro di protesta per la decisione del presidente Usa, e il vicepresidente della Coalizione internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo, Paul Hannon, ha affermato che “L’uso di tali bombe aumenta la contaminazione di massa in Ucraina insieme ai residui di esplosivi e alle mine antiuomo”, e il Comitato internazionale della Croce Rossa ha fatto sapere che tra il 10% e il 40% delle bombe lanciate non esplode, il che significa che si depositeranno e rimarranno e potranno causare vittime civili in futuro, come è realmente accaduto in diversi luoghi del mondo”.
La covenzione sulla messa al bando delle bombe a grappolo è stata stabilita nel 2008 e sottoscritta da 164 paesi: ne vieta l’impiego e la produzione, ma a non aver preso parte al documento dell’Onu sono proprio gli Stati Uniti e la Russia, che producono le bombe a grappolo, insieme a Ucraina, India, Israele, Brasile, Cina, Pakistan e Arabia Saudita.
Gli Stati Uniti hanno grandi quantità di bombe a grappolo nei loro magazzini, armi già impiegate in diversi scenari di guerra tra cui l’Iraq, ma il timore è che più gli Usa alzano il livello delle forniture, più la Russia farà altrettanto, in un’escalation dagli esiti imprevedibili.
Così il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzia, ha potuto osservare che “La fornitura di bombe a grappolo da parte degli Stati Uniti all’Ucraina sarà un altro passo verso l’escalation del conflitto”, mentre l’ambasciata russa a Washington ha sottolineato che “gli appelli americani a liberare il mondo dagli orrori dell’uso di armi letali sono infranti dalla decisione di fornire all’Ucraina bombe a grappolo”. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato che “il trasferimento delle bombe a grappolo è un atto di disperazione e prova del fallimento della controffensiva ucraina”, aggiungendo che l’iniziativa “non influenzerà il corso dell’operazione militare speciale e gli obiettivi saranno pienamente raggiunti”. Zakharova ha definito la decisione degli Stati Uniti “un’altra palese manifestazione dell’aggressivo corso anti-russo intrapreso dagli Stati Uniti, volto a prolungare al massimo il conflitto in Ucraina”.