di Mariarita Cipersito –
Il Parlamento europeo ha approvato l’Artificial Intelligence Act, la prima proposta di legge che mira ad introdurre un quadro normativo comune per i software di intelligenza artificiale all’interno dell’Unione europea così da vincolare le nuove tecnologie al rispetto delle leggi Ue e dei principi fondamentali.
Il parere positivo da Strasburgo ha registrato un’ampia maggioranza con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astenuti, e il testo non ha subìto modifiche rispetto alla proposta presentata nelle scorse settimane.
Sono quattro i livelli di rischio delle applicazioni identificati dalla Commissione: Rischio inaccettabile, per i sistemi che vìolano i valori europei e che non potranno essere utilizzati all’interno dell’Unione; rischio alto, per i sistemi che hanno effetti controversi sui diritti della persona e sulla sicurezza e per i quali l’Ue chiede la sussistenza di una serie di requisiti; rischio limitato, per i sistemi che non comportano particolari pericoli e per i quali viene richiesto solo un numero limitato di requisiti (es. trasparenza); rischio minimo, quando non sono previsti particolari obblighi legali;
L’Europarlamento respinge completamente l’impiego di tecnologie di riconoscimento biometrico in tempo reale nei luoghi pubblici, bocciando l’emendamento che proponeva alcune eccezioni a tale divieto per poter utilizzare telecamere a riconoscimento facciale nelle strade e ai confini dell’Unione per ragioni di sicurezza nazionale o in caso di minori scomparsi.
Tra le tecnologie incluse nelle ipotesi di rischio inaccettabile, dunque vietate, figurano i sistemi di social scoring (già impiegati in Cina), che valutano gli individui in base ai propri comportamenti, nonché gli strumenti di polizia predittiva (in uso negli Stati Uniti), che utilizzano i dati per definire anticipatamente la pericolosità di un individuo. Vietati anche i sistemi che individuano utenti considerati vulnerabili, come ad esempio i bambini, e la manipolazione subliminale che può portare a conseguenze dannose.
Tra le sanzioni previste dal Regolamento per chi non soddisfa i requisiti per i sistemi ad alto rischio o per chi diffonde applicazioni proibite figurano multe fino a 30 milioni di euro o pari al 6% di fatturato annuo dell’azienda responsabile, che per giganti come Google o Microsoft potrebbe tradursi in cifre miliardarie.
“Siamo stati la prima Camera al mondo a votare su un regolamento complessivo sull’Intelligenza artificiale”, ha dichiarato sui propri canali social il commissario Ue al Mercato interno, Thierry “Questo voto dimostra che possiamo conciliare fiducia e innovazione”.