Ue. Bocciato il copyright per l’on line: si sarebbe bloccata la condivisione sui social

Di Maio, ‘Abbiamo bloccato il bavaglio alla Rete’. Resta però la mancata tutela della proprietà intellettuale.

di Enrico Oliari –

Il Parlamento europeo con 318 voti contrari su 278 voti favorevoli e 31 astensioni ha respinto la proposta della commissione giuridica per l’aggiornamento delle leggi sul diritto d’autore nell’era digitale, per cui il disegno di legge che vede come relatore il tedesco Axel Voss verrà nuovamente sottoposto al voto della plenaria di settembre, quando gli eurodeputati voteranno una serie di emendamenti che rischiano di annichilire il progetto.
Per Voss è indispensabile oggi “garantire remunerazione più equa ad artisti e produttori musicali”, ma la commissione si è trovata contro un muro di 145 organizzazioni nei settori dei diritti umani e digitali, della libertà dei media, dell’editoria, delle biblioteche, delle istituzioni educative, degli sviluppatori di software e dei fornitori di servizi Internet i quali hanno firmato una lettera di opposizione alla legislazione proposta.
La comunità di Wikipedia in particolare, che per un giorno ha oscurato l’intero sito in segno di protesta, ha denunciato il pericolo per la libera circolazione delle informazioni sulla rete rappresentato dall’articolo 11, “Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale”: esso obbligherebbe le piattaforme online che riportano link o snippet a pubblicazioni di carattere giornalistico a munirsi preventivamente di una licenza rilasciata dal detentore dei diritti. In virtù del successivo articolo 12, il detentore potrebbe quindi “reclamare una quota del compenso previsto per gli utilizzi dell’opera”. Stessa cosa per l’articolo 13,”Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti”: esso imporrebbe misure “adeguate e proporzionate”, atte a evitare la violazione di copyright. In particolare, questo articolo prescriverebbe che i contenuti caricati online all’interno dell’Ue debbano essere verificati preventivamente, in modo da impedire che possano essere messi online materiali protetti dal diritto d’autore.
Interessati sarebbero stati anche Google e Facebook, i quali avrebbero dovuto riconoscere un giusto compenso agli editori per l’utilizzo dei contenuti giornalistici, ma se da un lato avrebbero colpito quanto pubblicato, cosa che genera miliardi in pubblicità, dall’altro avrebbe penalizzato la libera circolazione delle informazioni.
Per fare un esempio, condividere l’articolo di un giornale sulla propria pagina Facebook avrebbe comportato da parte dell’azienda statunitense l’obbligo di verificare la fonte e di riconoscere all’autore del pezzo o alla testata un equo compenso. Questo non sarebbe stato a carico degli utenti, come le grandi aziende hanno diffuso, tuttavia l’obbligo di retribuire la proprietà intellettuale del pezzo avrebbe di fatto bloccato la condivisione dei link di un giornale, come pure i video di un telegiornale ad esempio su YouTube.
Qualcuno, come Repubblica, ha parlato di pressioni dei grandi gruppi e di minacce di morte agli eurodeputati, ed effettivamente su Wikipedia spiccava in fondo alla campagna per il no, “chiama il deputato”. Di certo gli europarlamentari sono stati invasi di email e di telefonate, ed oggi il leader 5Stelle Luigi Di Maio ha dichiarato che “Abbiamo bloccato il bavaglio alla Rete”.
Axel Voss ha invece affermato al termine del voto che “Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale”.