Ue. Rinnovato per altri 5 anni il consenso all’uso del glifosato

di C. Alessandro Mauceri –

Chi voleva l’ennesima dimostrazione su chi conta di più in Europa, se i cittadini o le multinazionali, è servito: con 18 paesi a favore, 9 contrari e 1 astenuto i paesi dell’Unione riuniti in Comitato d’appello hanno rinnovato l’autorizzazione all’uso del glifosato per altri cinque anni.
Semplicemente ridicolo il commento del Commissario alla salute Vytenis Andriukaitis, per la quale “Il voto di oggi dimostra che quando tutti vogliamo, siamo in grado di condividere e accettare la responsabilità collettiva nel processo decisionale”. Dimenticando che da anni gli esperti lanciano allarmi sulla pericolosità di questo erbicida (attualmente il più usato in agricoltura). Perfino l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) lo ha ritenuto potenzialmente cancerogeno. Anche lo Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) aveva inserito il glifosato tra i prodotti considerati “probabilmente cancerogeni”. Di parere diverso l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), che non hanno espresso un parere definitivo. Ma su queste ricerche ci sono sempre stati dubbi sulle quantità considerate pericolose. Anche una ricerca resa nota dal Journal of the National cancer institute aveva negato che esistono correlazioni tra questa sostanza e i tumori.
In realtà sono in molti a pensare che su queste ricerche possano essere state fatte pressioni da parte di alcune delle grandi multinazionali che fanno largo uso di questa sostanza. Un braccio di ferro durato mesi che ora ha portato ad una conclusione inattesa. Un giudizio importante dato che la Commissione europea aveva tempo fino al 15 dicembre per prendere una decisione definitiva dopo un numero indescrivibile di rinvii.
A votare contro solo una minoranza dei paesi europei tra cui Italia e Francia. Favorevoli invece i grandi agricoltori dei paesi del nord Europa con la Germania in testa e poi Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Una bilancia solo apparentemente così a favore del glifosato: serviva infatti il 55% degli Stati membri (16 su 28) rappresentante almeno il 65% della popolazione comunitaria. Insieme la popolazione di questi paesi rappresenta il 65,7% del totale dell’Ue.
In Italia l’uso del glifosato, di cui la multinazionale statunitense Monsanto è il maggiore produttore, è vietato sul grano in pre-raccolta, a differenza di quanto avviene per quello straniero proveniente da Usa e Canada, dove nella stessa fase produttiva viene fatto un uso intensivo per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.
Una decisione quindi quella presa dai paesi dell’Ue che danneggia l’Italia non solo dal punto di vista della salute dei cittadini, ma anche dal punto di vista economico. L’ennesimo favore verso le multinazionali (incuranti della salute dei cittadini).