Ue. Sicurezza: rafforzato il sistema d’informazione Schengen

di Maurizio Molinari *

Il rafforzamento del Sistema d’Informazione Schengen (SIS) contribuirà alla lotta dell’UE contro terrorismo, criminalità transfrontaliera e migrazione irregolare. Gli eurodeputati hanno adottato mercoledì tre progetti di regolamento che aggiorneranno il Sistema d’Informazione Schengen, il database più utilizzato per la sicurezza interna e la gestione delle frontiere in Europa.

Tra le novità introdotte dal rafforzamento del SIS figurano:
– nuove segnalazioni (alert) sulle persone ricercate per reati gravi e al terrorismo;
– l’obbligo per le autorità nazionali di condividere i dettagli degli atti terroristici con tutti gli Stati membri;
– segnalazioni preventive per i minori a rischio di rapimento, in particolare per quanto riguarda la sottrazione di bambini da parte dei genitori, e per le persone vulnerabili, e
– nuovi avvisi sui rimpatri, per agevolare l’esecuzione delle decisioni di uno Stato membro sul rimpatrio nel paese di origine di un cittadino di un paese terzo il cui soggiorno risulti irregolare.

Attualmente, le autorità che hanno accesso al SIS sono quelle preposte al controllo delle frontiere, di polizia, doganali, giudiziarie e di migrazione. Con la riforma, l’Europol avrà accesso a tutte le segnalazioni del sistema, mentre l’Agenzia europea delle guardie costiere e di frontiera (Frontex) disporrà dell’accesso alle segnalazioni di sua competenza.

Il correlatore Carlos Coelho (PPE, PT) ha dichiarato: “Il SIS è la spina dorsale dello scambio d’informazioni in Europa per le guardie di frontiera e le autorità di contrasto. Questa riforma preparerà il sistema per il futuro, migliorerà la sicurezza e garantirà la libera circolazione. Il SIS è e rimarrà la banca dati più grande, più utilizzata e meglio implementata in Europa, garantendo al contempo maggiore sicurezza ai nostri cittadini”.

Il correlatore Jeroen Lenaers (PPE, NL) ha dichiarato: “A causa della mancanza di scambio di informazioni tra i Paesi UE, un cittadino di un paese terzo che ha l’obbligo di rimpatrio può facilmente evitare tale obbligo recandosi in un altro Stato membro. Le politiche di rimpatrio dovrebbero essere più efficaci, altrimenti sarà molto difficile mantenere il sostegno per l’accoglienza dei richiedenti asilo che hanno bisogno del nostro aiuto”.

* Servizio stampa del Parlamento europeo.