Venerdì di protesta e di scontri al Cairo contro la giunta militare. E sul terreno rimangono 3 morti

di Enrico Oliari –

Venerdì di altissima tensione al Cairo, dove centinaia di manifestanti si sono staccati dalle migliaia che manifestavano in piazza Tahrir e si sono diretti al ministero della Difesa, dove è iniziata una sassaiola verso l’edifico ed i militari chiamati a presidiarlo.
Alla base della protesta vi sarebbe l’esclusione di alcuni candidati dalla tornata elettorale, cosa a cui si sarebbe arrivati su indicazione del maresciallo Hussein Tantawi, capo della giunta militare di fatto al potere in Egitto: si tratta di Khairat el-Shater, dei Fratelli Musulmani, e di Hazem Abu Ismail, esponente dei salafiti.
In piazza Abassiya sono così arrivati i sostenitori di entrambi i leader dei partiti confessionali, i quali, incontrando i reticolati, hanno lanciato di tutto verso l’edificio che è sede della giunta militare al governo, provocando la durissima reazione dei soldati fatta di proiettili di gomma, di gas lacrimogeni e di auto-blindo con cannoni spara acqua.
Negli scontri sono rimaste uccise tre persone, due dimostranti ed un militare, mentre i feriti ricorsi alle cure dell’ospedale dell’Università di Al-Zahra ammontano a quasi 300.
La polizia militare ha proceduto anche all’arresto di circa 170 persone, fra le quali vi sarebbero anche due giornalisti ed un fotografo belga.
Al Cairo è stato quindi imposto il coprifuoco dalle 23 alle 7 del mattino, ma una protesta simile, seppure con meno violenza, si è avuta anche ad Alessandria.
A meno di tre settimane dalle elezioni presidenziali del 23 e 24 maggio monta quindi nuovamente la protesta dei giovani e degli islamici di piazza Tahrir, sempre più scettici sul fatto che i generali siano davvero disposti a cedere il potere.