Zimbabwe. Elezioni generali: sei milioni di elettori registrati per scegliere il presidente

di Alberto Galvi

Si recheranno alle urne il 23 agosto sei milioni di elettori dello Zimbabwe per scegliere il presidente del paese. L’attenzione si concentra principalmente sulla competizione presidenziale ad alto rischio nelle 10 province del paese dell’Africa meridionale.
L’elettorato voterà anche per i rappresentanti del governo locale e per i rappresentanti del Parlamento, che è composto dal Senato con 80 seggi, di cui 60 membri eletti direttamente in collegi pluriennali, 6 seggi in ciascuna delle 10 province con voto proporzionale, 16 eletti indirettamente dai consigli di governo regionali, 2 riservati al Consiglio nazionale Capi del Consiglio, e 2 riservati ai membri con disabilità. I membri durano in carica 5 anni. L’Assemblea Nazionale ha 270 seggi: 210 membri eletti direttamente nei collegi uninominali a maggioranza semplice e 60 seggi riservati alle donne elette direttamente con voto proporzionale. I membri restano in carica per 5 anni.
11 candidati si contendono la prima posizione, ma la corsa è in gran parte vista come una rivincita tra Nelson Chamisa, il leader dell’opposizione e l’uomo che lo ha sconfitto nelle elezioni presidenziali del 2018, Emmerson Mnangagwa, il presidente in carica. Alle elezioni possono partecipare partiti politici e candidati indipendenti. I candidati sono tenuti a pagare una tassa di candidatura; per il 2023 la quota è stata fissata a mille per i candidati parlamentari e 20mila dollari per i candidati alle presidenziali.
Mnangagwa, che ha assunto le redini di Robert Mugabe, primo presidente dello Zimbabwe, dopo il colpo di Stato del novembre 2017, è il leader dello ZANU-PF (Zimbabwe African National Union–Patriotic Front). Chamisa ha guidato la CCC (Citizens Coalition for Change) da quando è stata costituita nel gennaio 2022 dopo una scissione dal Movimento per il cambiamento democratico – Alleanza, in precedenza il principale partito di opposizione.
Il presidente in carica Emmerson Mnangagwa sta cercando un secondo e ultimo mandato di cinque anni come capo di Stato, in linea con la costituzione del paese. Il principale rivale di Mnangagwa è il leader dell’opposizione Nelson Chamisa. Il partito al governo è al potere dall’indipendenza nel 1980.
Negli ultimi decenni lo Zimbabwe ha visto una significativa instabilità politica, con violenza, corruzione e autoritarismo. La corruzione è un problema di lunga data nello Zimbabwe e ha eroso la fiducia della popolazione nel governo. Il basso livello economico del paese ha invece portato migliaia di cittadini dello Zimbabwe a emigrare in ricerca di migliori opportunità nei vicini Sudafrica, Botswana, Zambia e Mozambico.