Brexit: Juncker duro, ‘lasciare l’Ue ha un costo molto salato’

di Guido Keller

Ci è andato giù pesante il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in tema di Brexit, intervenendo davanti alla Commissione consultiva che riunisce deputati, senatori ed europarlamentari del Belgio.
Juncker ha infatti affermato che “I britannici sono tenuti a rispettare gli impegni che hanno condiviso. E dunque il conto sarà, diciamolo volgarmente, molto salato”.
In soldoni significa che la Gran Bretagna dovrà tenere fede agli impegni presi per i progetti in corso, perlomeno fino al 2023, cioè ben oltre l’uscita di Londra dall’Unione Europea. D’altro canto se la Gran Bretagna non dovesse versare quanto stabilito di comune accordo, si verrebbe a creare un ammanco di bilancio di decine di miliardi di euro.
In sede di trattative la Commissione farà leva sui rapporti commerciali: il 47 per cento delle esportazioni della Gran Bretagna sono dirette verso i paesi dell’Unione Europea, mentre le importazioni ammontano al 51 per cento del totale. Londra, dopo che a marzo sarà consegnata la richiesta di uscita dall’Unione come previsto dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, dovrà stabilire nuovi accordi commerciali sia con Bruxelles che con ognuno degli altri 27 paesi, ed è lì che Juncker conta di battere cassa, 60 miliardi secondo la stampa inglese.
Difatti oggi il Guardian ha riportato un’analisi secondo cui gli esportatori britannici rischieranno di perdere 7 di euro l’anno nel momento in cui il governo di Theresa May non dovesse riuscire a concludere accordi e ci si debba quindi affidare alle regole del Wto. E si tratta solo di uno dei settori che rischiano di pesare sulla Brexit.
Un quadro tutt’altro che roseo, se poi si pensa che già nell’aprile 2016, quindi ben prima del referendum sulla Brexit, uno studio dell’ex cancelliere dello Scacchiere George Osborne indicava che un’eventuale “hard Brexit” (cioè quella che May vuole) sarebbe potuta costare alle casse del Tesoro britannico qualcosa come 66 miliardi di sterline, pari a circa 73 miliardi di euro.
Con l’uscita di oggi Juncker intende da un lato non rinunciare a far confluire denaro sonante nelle casse dell’Ue, dall’altro dare un chiaro segnale ai vari paesi membri e agli euroscettici: lasciare l’Ue ha un prezzo, “un conto molto salato”.