India. Al via la discussione della legge per regolare il divorzio: sparisce il Talaq

di Elisabetta Corsi

Buone notizie per le donne musulmane: il parlamento indiano sta per approvare una legge a loro favore, una tutela in materia di matrimonio e in particolare di divorzio. La decisione è prevista per la sessione invernale dei lavori parlamentari che inizierà il 15 dicembre. Questo provvedimento andrà a colpire il cosiddetto triplo Talaq immediato, che verrà vietato sia esso in forma scritta, orale o digitale e l’uomo che proverà ad utilizzare ancora questo sistema per divorziare rischierà la pena di tre anni di carcere.
Il Talaq è il divorzio e avvienne sono tre tipi: Ahsan, Hasan e Talaq-e Biddat. I primi due sono revocabili mentre la terza tipologia è irreversibile ed è quello immediato. In questo modo la donna perde dignità e diventa un semplice bene mobile non è un essere umano. Questo tipo di divorzio è immediato, nel senso che può avvenire anche tramite SMS, telefono o Social, basta la pronuncia da parte del marito della parola Talaq tre volte. Oltre a non aver bisogno di motivazioni il marito non ha neanche la necessità del parere della moglie per agire. La donna si trova quindi nello status di divorziata senza volerlo, magari realmente e in senza sostentamento economico per lei e i figli.
Una cosa ancora più assurda ed ora proibita è il fatto che se la donna vuole ritornare con il marito, deve prima sposarsi con un altro uomo e divorziare anche da quest’ultimo. Un problema questo che riguarda anche la custodia dei figli, che in caso di divorzio sono affidati al marito a meno che la moglie non riesca a ricongiungersi con lui. Una cosa surreale ai giorni nostri e che ricorda in qualche modo il divorzio al tempo degli antichi romani, che bastava appunto una parola per sciogliere un matrimonio. Una pratica ancora utilizzata dopo 1.400 anni e che sta per sparire dall’ordinamento dello Stato, infatti grazie al nuovo provvedimento sarà dichiarata illegale e anticostituzionale e ogni caso sarà ben giudicato prima di essere approvato dal tribunale.